Abbiamo armi di latta. Poi però la Difesa è costretta a spendere 10 milioni per affidare a una società privata il recupero di un barcone di migranti affondato in mare

di Stefano Sansonetti

Per carità, è stata una delle tragedie più grandi nella storia dell’immigrazione. Una vicenda, peraltro, sulla quale sta indagando da mesi la procura di Catania. Ma non c’è dubbio che proprio in un momento di grande polemica sulle spese militari, peraltro di fronte al coinvolgimento dell’Italia nei bombardamenti anti Isis, quell’appalto appena assegnato da ministero della Difesa fa riflettere. Il dicastero guidato da Roberta Pinotti, qualche giorno fa, ha staccato un assegno da 10,3 milioni di euro per un “servizio relativo all’attività di intervento subacqueo volto al recupero del mezzo navale affondato nel Mediterraneo centrale il 18 aprile del 2015”. Di che cosa si tratta?

LA VICENDA
Parliamo di quello che è tristemente passato alla storia come il “peschereccio della morte”, ovvero l’imbarcazione eritrea che in quella data si inabissò nel canale di Sicilia trascinando con sé un numero di vittime ancora ignoto, che potrebbe attestarsi tra le 700 e le 900. Sulla tragedia, anche in base alle testimonianze dei pochi sopravvissuti, è in corso un’inchiesta della procura di Catania. E proprio funzionale alle indagini è la maxioperazione di recupero che costerà alla Difesa 10 milioni di euro. I documenti informano che il ministero della Pinotti, con procedura negoziata (senza previa pubblicazione di gara), ha assegnato l’appalto per la delicata operazione di recupero alla Idmc-Impresub Diving and Marine Contractor, una società di Trento. L’onere, in sostanza, ricade su quello stesso ministero della Difesa che proprio in queste ore sta lottando strenuamente contro il ministero del Tesoro, guidato da Pier Carlo Padoan, per non farsi tagliare ulteriormente il budget. Del resto proprio dal dicastero di via XX Settembre sono arrivati i soldi che ora la Difesa impiegherà per recuperare il peschereccio. Con un decreto del presidente del consiglio Matteo Renzi, risalente all’8 agosto scorso, il Governo ha infatti provveduto alla ripartizione del fondo per far fronte alle esigenze indifferibili proprio del ministero della Pinotti. Così, per l’anno 2015, sono stati stanziati 16 milioni di euro. Ci ha pensato poi un decreto del ministero del Tesoro del 14 settembre, firmato da Padoan, ad attuare il decreto del presidente del consiglio dirottando da via XX Settembre i 16 milioni di euro che sono finiti nelle casse della Difesa. Da qui, a chiudere il cerchio, arrivano i 10 milioni di euro relativi all’appalto appena assegnato alla Idmc di Trento.

I DUBBI
Le cause della tragedia sono per certi aspetti ancora controverse. Quando il peschereccio eritreo lanciò i primi segnali di allarme, in quel drammatico 18 aprile, il Comando generale delle capitanerie di porto intimò al mercantile portoghese “King Jacob” di prestare soccorsi. Secondo fonti del mercantile, il peschereccio si sarebbe capovolto a causa di un repentino spostamento del peso dovuto ai movimenti dei migranti a bordo. In base ai primi riscontri della procura, invece, ci sarebbe stata una collisione tra le due imbarcazioni. Un dramma, non c’è dubbio, al quale la Difesa deve far fronte con un’operazione postuma da 10 milioni di euro.

Twitter: @SSansonetti