Abruzzo, crociata sovranista contro l’aborto. Niente pillola Ru486 nei consultori: sarà disponibile solo negli ospedali

Abruzzo, crociata sovranista contro l’aborto. Niente pillola Ru486 nei consultori: sarà disponibile solo negli ospedali

Consultori abruzzesi off limits per l’interruzione farmacologica di gravidanza con la pillola Ru486. L’assessore regionale alla salute, Nicoletta Verì, in una circolare raccomanda fortemente, alle 4 Asl abruzzesi, che l’interruzione farmacologica di gravidanza con utilizzo di mifepristone e prostaglandin sia effettuata preferibilmente in ambito ospedaliero. Alla base della decisione, come sottolineato dalla Verì, c’è che le donne devono essere assistite in ambienti più consoni e ricevere le necessarie informazioni, così come previsto nelle indicazioni terapeutiche dei prodotti.

Condizioni che, a quanto pare, non sarebbero garantite nei consultori familiari. Eppure questa motivazione non convince le Democratiche abruzzesi secondo cui la decisione nasconderebbe altro: “La raccomandazione della Regione è una forzatura, bisognerebbe occuparsi dello stato in cui versano i consultori”.

SOVRANISTI UNITI. Così l’Abruzzo a trazione sovranista si mette in linea con altre regioni a guida centrodestra come Marche e Umbria. Quest’ultima addirittura ha vietato l’aborto farmacologico in day hospital, ma è tornata sui propri passi dopo il protocollo di agosto del ministero della salute che ha autorizzato la somministrazione della pillola Ru486 anche nei consultori. “L’assessore Verì pensa di aiutare le donne nel già difficile percorso di scelta dell’interruzione di gravidanza complicando l’accesso al relativo farmaco” commenta la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi.

“Visto che è l’assessore stesso ad ammettere, di fatto, che i consultori non sono nelle condizioni per poter dare il necessario supporto alle donne in un momento quanto mai delicato della propria vita, dovrebbe avere il buongusto di dimettersi immediatamente” prosegue la grillina secondo cui “è inaccettabile che le conseguenze delle disfunzioni del sistema sanitario siano pagate dai cittadini, nel momento di massima fragilità, mentre la politica cerca scappatoie di ogni tipo”. Proprio per questo la pentastellata chiede al presidente Marco Marsilio (nella foto), in forza al centrodestra, di prestare maggiore attenzione a ciò che sta succedendo: “Non sarà la sua regione. Eppure, volente o nolente, l’amministra”.