Adesso pure il videomessaggio. Ma con Draghi nessuno protesta. Soliloquio del premier per indorare la nuova stretta. L’avesse fatto Conte, sarebbe partito un linciaggio

Adesso pure il videomessaggio. Ma con Draghi nessuno protesta. Soliloquio del premier per indorare la nuova stretta. L’avesse fatto Conte, sarebbe partito un linciaggio

La situazione dei contagi spaventa. Siamo di fronte alla terza ondata di contagi da Covid -19 alimentati dalle varianti che hanno carattere epidemiologico diverso, colpendo ora i più giovani che trasmettono poi l’infezione agli adulti e agli anziani. Il quadro cromografico dell’Italia è un caleidoscopio di colori in continua mutazione, bianco, giallo, arancione chiaro, arancione scuro, rosso chiaro, rosso scuro e chi più ne ha più ne metta.

L’ultimo Dpcm di Draghi appena varato il 6 marzo scorso e che doveva durare fino a Pasquetta salterà a brevissimo, mentre il Cts ha definito nuovi vincoli numerici in automatico per definire i colori delle regioni. Ieri un videomessaggio del presidente del Consiglio Mario Draghi ha preparato la strada all’inasprimento delle misure. Alcune considerazioni, a questo punto, sono d’obbligo. Giuseppe Conte è stato tanti criticato da Matteo Renzi e da Matteo Salvini perché governava – dissero – a colpi di Dpcm e videomessaggi.

SILENZIO DI TOMBA La stessa identica cosa che sta facendo il nuovo premier con l’aggravante, per giunta, di far scattare in automatico le restrizioni. Due pesi due misure. Dove sono ora i liberi cantori di Norimberga, cioè quello stuolo variegato e brancaleonico di oppositori professionali alle misure governative? Spariti nel nulla. Renzi tace, vergognandosi di quello che aveva detto su Conte, visto che ora Draghi fa lo stesso. Mentre Salvini emette ben ponderati e labili sussurri appena udibili alle orecchie più scaltre.

E dov’è Sabino Cassese, insigne costituzionalista, che ogni giorno tuonava dai giornali contro la dittatura prossima ventura fatta a colpi di Dpcm? Sparito anche lui nel comprensibile imbarazzo. Proprio il reiterato utilizzo a tempi brevi dello strumento normativo del Dpcm dimostra in maniera inequivocabile come sia lo strumento legislativo più adatto a governare una situazione che muta assai velocemente. Il tradizionale Decreto legge si rivelerebbe inutile considerando i tempi parlamentari di conversione.

Quindi aveva ben visto Conte che era ricorso proprio ad esso per fronteggiare vittoriosamente la prima ondata. Insomma, pare proprio che gli stessi identici strumenti normativi utilizzati da Conte siano quelli utilizzati da Draghi. C’è tuttavia un’altra considerazione da fare e cioè che Conte e il governo giallorosso ci troviamo ad affrontare una epidemia completamente inaspettata mentre ora è passato un intero anno e siamo allo stesso punto di prima.

Uno dei parametri che farà scattare automaticamente la zona rossa, qualora non ci sia quella nazionale, è di tipo numerico e automatico (il numero di contagi per 250mila abitanti) e cioè lo stesso che provoca, sempre in automatico, la chiusura delle scuole. Le scuole, i giovani, giova ricordarlo, sono stati un punto chiave del discorso dell’insediamento di Draghi alle Camere e sono state le prime vittime delle nuove restrizioni a tappeto. Inoltre, nelle nuove zone rosse, non ci sarà la possibilità natalizia di visitare case di amici e parenti, ma si tratta di un lockdown totale, come lo scorso anno.

Dove sono ora i liberali e i libertari che provocavano pericolosi fenomeni di piazza? Chi non ricorda quanto è accaduto a Roma, Napoli e Milano? Dove è finito il soldato Salvini che sparava ad alzo zero contro Conte nemico delle partite Iva e degli artigiani? Conte l’affamatore del popolo? Zero. Non se ne sa più nulla. Come più nulla si sa dei giornaloni che in prima pagina attaccavano l’ex premier per le misure restrittive. Ora che le misure lo sono il doppio restrittive non si ode più nulla perché “l’ha detto Draghi”

L’Italia, come noto, è facile agli innamoramenti ad personam che hanno condotto a tragedie nazionali e dora è la volta dell’eurocrate ex presidente della Banca Europea. Nel contempo il piano vaccini arranca ed è confuso. Non passa giorno che il ministro della Salute, Roberto Speranza, non cambi idea sulla marca di produzione e sulla fascia d’età.

E meno male che c’è il Comitato tecnico scientifico (da cui, misteriosamente, sono assenti proprio i virologi) e l’ineguagliabile Walter Riccardi a consigliare. Insomma, la situazione per gli italiani volge al peggio. La confusione sotto il cielo è grande – direbbe Mao Tse-tung – Draghi, e quindi tutto va bene. è grazie sempre e comunque al senatore Matteo Renzi se siamo giunti ora a questo punto. Senza di lui non sarebbe stato possibile ed è utile ricordarlo a futura memoria.