L’Italia non c’è e il detenuto resta negli Usa

di Clemente Pistilli

Mai stati dei leoni davanti agli Stati Uniti d’America. Mai brillanti nel difendere i propri diritti, ma sempre pronti ad obbedire al minimo cenno dello Zio Sam. Infiniti gli esempi di sudditanza degli italiani verso gli statunitensi e il caso di Benedetto Cipriani non ha fatto eccezione. Nel 2005 l’allora guardasigilli Roberto Castelli concesse l’estradizione del connazionale, accusato di essere il mandante di un triplice omicidio, legando però quel provvedimento all’impegno a non condannare il 58enne a morte e nel consentirgli, in caso di condanna, di scontare la pena in Italia. La seconda clausola non è stata accettata dagli Usa, il decreto non è stato cambiato, l’estradizione concessa e da tempo, dinanzi ai ricorsi di Cipriani, i diversi Ministeri stanno facendo scaricabarile. Il risultato? Ora è dovuto intervenire il Consiglio di Stato e dare a Palazzo Chigi e ai Ministri della giustizia e degli esteri i compiti per casa. Cipriani, originario di Ceccano, in provincia di Frosinone, è stato ritenuto il mandante dell’uccisione, il 30 luglio 2003, del marito della sua ex amante, Robert Stears, un meccanico, del socio in affari di quest’ultimo, Barry Rossi, e del dipendente Lorne Stevens, freddati da tre portoricani a Windsor Locks, nel Connecticut. Rientrato in Italia, Cipriani si è visto raggiungere dalla richiesta di estradizione, concessa con le clausole ora oggetto del contenzioso, e il 13 luglio 2007 è stato condotto negli Usa, dove è stato condannato a 200 anni di reclusione. Anche se gli americani hanno negato al 58enne la possibilità di scontare la pena nel suo Paese, dicendo che al massimo sarebbe stata possibile dopo aver scontato metà pena negli Usa, ovvero dopo un secolo, il decreto parla chiaro e a Cipriani sinora non è servito vincere i vari ricorsi. Lo Stato è rimasto inerte e muto. Il Consiglio di Stato ha ora ordinato al commissario ad acta nominato da Palazzo Chigi di convocare una conferenza con i capi di gabinetto dei Ministeri della giustizia e degli esteri e di trovare una soluzione. Meglio tardi che mai.