di Stefano Sansonetti
Un pasticcio che ha del surreale. I protagonisti indiscussi sono palazzo Chigi, in particolare il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, e l’agenzia Ansa. Il punto di partenza è il famoso super bando da oltre 100 milioni di euro, lanciato a fine aprile, per “l’affidamento di servizi giornalistici e informativi per gli organi centrali e periferici delle amministrazioni dello Stato”. Ebbene, dopo cinque mesi c’è un incredibile groviglio che impedisce il completamento della procedura, con un ritorno di immagine non ottimale per il premier, Paolo Gentiloni, e per il ministro dello sport, Luca Lotti, che ha la delega proprio all’editoria.
La storia – Per provare a raccapezzarsi occorre risalire al 3 agosto scorso, quando il Dipartimento di palazzo Chigi assegna 9 lotti sui 10 complessivi del maxibando. I cui documenti, dettaglio determinante, prescrivono che ai fini del pluralismo un’agenzia di stampa può presentare un’offerta per un massimo di due lotti ma può vincerne uno solo. I contratti semestrali che ne seguono, con la divisione dei pani e dei pesci tra tutte le principali agenzie di stampa, valgono 11,4 milioni. Ma il Dipartimento, dicono le carte, può anche prorogare il servizio fino a coprire un triennio, con un valore complessivo che quindi può arrivare a 68,4 milioni. In quella sede l’Ansa si aggiudica il lotto 1 per poco meno di 4 milioni di euro su base semestrale (in proiezione triennale sarebbero 24 milioni). L’unico lotto non assegnato è il numero 2. Come mai? Il motivo affiora il successivo 21 luglio, quando il medesimo Dipartimento predispone un altro bando di gara per l’assegnazione della fetta rimasta scoperta. Qui che si spiega che “il lotto 2 è andato deserto poiché l’unico concorrente che aveva presentato un’offerta ha optato per un altro lotto”. Nessun riferimento, però, all’agenzia di stampa in questione. Si passa al successivo 14 settembre, quando il Dipartimento editoria comunica che l’aggiudicataria del lotto 2 è proprio l’Ansa, con un contratto semestrale da 4,4 milioni (anche qui da proiettare eventualmente nel triennio).
Il passaggio – Lo showdown giunge due settimane dopo, per la precisione il 28 settembre: il Dipartimento di palazzo Chigi decide di procedere a una nuova gara. Che diavolo succede stavolta? Le nuove carte premettono che il precedente bando per la riassegnazione del lotto 2 si era reso necessario perché andato deserto. E lo sappiamo. Ma qui si precisa che era andato deserto perché l’unico concorrente che aveva presentato un’offerta ha optato per il lotto 1. L’identikit dell’Ansa è servito. Peccato però che poi la stessa agenzia abbia vinto la riedizione del lotto 2. E peccato che non si possano incassare due lotti. La questione è nota anche all’Ansa, che con una nota del 21 settembre (riportata nel nuovo bando di palazzo Chigi) comunica di voler rinunciare al lotto 1, precedentemente vinto, precisando che comunque avrà titolo all’aggiudicazione dello stesso lotto 1 se a seguito di iniziative giurisdizionali venisse meno l’aggiudicazione del lotto 2.
Incredibile ma vero – Riassumendo: l’Ansa opta per il lotto 1 nella prima edizione del bando, nel quale si presenta anche come unica pretendente-vincitrice per il lotto 2 (per questo poi andato deserto). Successivamente si presenta e vince il lotto 2 nella nuova edizione della gara, comunicando di voler rinunciare al lotto 1. A quel punto palazzo Chigi deve predisporre un nuovo bando per riassegnare il lotto 1, con l’Ansa che fa sapere che se dovesse incontrare difficoltà giurisdizionali nell’incassare definitivamente il lotto 2 riterrà di avere il titolo per recuperare il lotto 1. Insomma, è il teatro dell’assurdo. Non si capisce bene di chi sia la colpa: bando scritto male, regole pasticciate, mosse scomposte dell’agenzia. Resta il fatto che la procedura complessiva è ancora appesa all’assegnazione di un lotto. La scadenza è fissata il prossimo 16 ottobre. E chissà che nel frattempo non vadano in scena altre, incredibili comiche.
Twitter: @SSansonetti
Riceviamo e pubblichiamo
In merito all’articolo pubblicato dal vostro giornale dal titolo “Aiuti alle agenzie di stampa” si precisa quanto segue:
Per ciò che concerne l’assegnazione dei lotti dello stesso Bando è noto (essendo pubblico) che tutti i 10 lotti per i servizi Italia sono stati assegnati, così come sono stati assegnati i 5 lotti per i servizi esteri. Si è verificato semplicemente uno spostamento, legittimo, dell’agenzia Ansa dal lotto 1 al lotto 2: spostamento che è avvenuto nel regolare svolgimento di una gara alla quale hanno peraltro concorso tre agenzie, a ulteriore dimostrazione della linearità delle procedure. È attualmente in corso, dunque, una gara per il lotto 1, così come prevede il Codice degli appalti e così come approvato dall’Anac. Si precisa, infine, che il vincolo di ‘un lotto solo per una sola agenzia’ è stato applicato ai soli fini della più ampia garanzia del pluralismo dell’informazione (peraltro si tratta di un vincolo già validato da recenti sentenze del Tar).
Ufficio stampa del ministro Luca Lotti
Risponde l’autore dell’articolo
Prendo atto della precisazione, constatando che non inficia minimamente la ricostruzione presentata nell’articolo. A questo punto mi permetto un’unica notazione. Le carte, pubblicate sul sito del Governo, dimostrano che l’Ansa ha vinto il lotto 1 del primo bando, dove si era presentata come unica concorrente per il lotto 2. Il quale, visto che il bando prevede che un’agenzia possa aggiudicarsi un solo lotto, pur concorrendo per due, è andato deserto. Il Dipartimento editoria ha così dovuto riorganizzare una gara per il lotto 2. Questo è stato successivamente vinto dall’Ansa, che a quel punto, per lo stesso principio, ha deciso di opzionare il lotto 2 (essendo economicamente più ricco) rinunciando al precedente lotto 1. A quel punto il Dipartimento editoria ha dovuto predisporre un altro bando, stavolta per riassegnare il lotto 1. Il tutto con una nota dell’Ansa in cui si chiarisce che, se ci saranno questione giurisdizionali sollevate a proposito del lotto 2, l’agenzia ritiene di avere titolo per riopzionare il lotto 1. Regole rispettate, nulla qaestio. Ma di qui a sostenere che la procedura è lineare ce ne passa.
Stefano Sansonetti