Il Parricidio è fatto. La Meloni promuove al Tg1 Chiocci, il giornalista che affondò il suo pigmalione Fini

Gian Marco Chiocci, papabile nuovo direttore del Tg1, è l'autore dello scoop che devastò politicamente l'allora leader di An Fini.

Il Parricidio è fatto. La Meloni promuove al Tg1 Chiocci, il giornalista che affondò il suo pigmalione Fini

Più di qualcuno forse l’avrà dimenticato ma il nome papabile del nuovo direttore del Tg1 (quello perlomeno su cui starebbe pressando la stessa Giorgia Meloni), Gian Marco Chiocci, è lo stesso autore dello scoop sul caso Tulliani e sulla casa di Montecarlo, una vicenda che come noto ha devastato politicamente l’allora leader della galassia della destra, Gianfranco Fini.

Gian Marco Chiocci, papabile nuovo direttore del Tg1, è l’autore dello scoop che devastò politicamente l’allora leader di An Fini

Da allora sono passati oltre dieci anni, sul caso è ancora in corso un’inchiesta giudiziaria. E la “figlioccia” dello stesso Fini – o quantomeno chi nell’immaginario collettivo la vede in questa maniera – Giorgia Meloni vuole a capo del telegiornale della rete ammiraglia proprio quello stesso Chiocci. Un paradosso? Forse. Un controsenso? Chissà. Il dubbio è legittimo, specie considerando che secondo alcuni, invece, sarebbe un vero e proprio tiro mancino che la presidente del Consiglio vorrebbe assestare all’ex presidente della Camera dei Deputati. Quasi a rinnegarlo Vero o falso che sia, è perlomeno curioso che all’interno del mondo di destra vada in scena questa torsione.

Ma per capire di cosa stiamo parlando occorre fare un passo indietro. Sia chiaro: nessuno qui mette in discussione le abilità giornalistiche dell’attuale direttore dell’AdnKronos. Ma è un fatto che il quotidiano della famiglia Berlusconi, Il Giornale, proprio dopo la storica ed epica scissione tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini (rimane negli annali il “che fai mi cacci?” di Fini indirizzato al Cavaliere che intanto parlava dal palco, segnando la definitiva rottura e fine del Popolo della Libertà), cominciò ad occuparsi dello scandalo relativo alla fatidica casa di Montecarlo. E a scrivere l’inchiesta fu proprio Chiocci.

La vicenda ruota attorno alla vendita di un appartamento nel Principato di Monaco del 2008. L’abitazione era stata lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale e sarebbe stata acquistata, secondo l’accusa oggi e secondo le ricostruzioni giornalistiche ieri, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore con i soldi dell’imprenditore Francesco Corallo, accusato di associazione a delinquere finalizzata al peculato, riciclaggio ed evasione fiscale. Un’operazione effettuata, come detto, nel 2008 per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell’immobile nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari.

Tra le persone finite a processo anche l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta. L’allora presidente della Camera, peraltro, solo pochi giorni fa è stato sentito nel processo a Roma che lo vede imputato per riciclaggio, tra gli altri, assieme alla compagna Elisabetta Tulliani e al fratello e al padre di lei, Giancarlo e Sergio. In quell’occasione lex leader di Alleanza nazionale ha affermato che “quella dell’appartamento di Montecarlo è stata la vicenda più dolorosa per me, sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta.

Loro insistettero perché mettessi in vendita l’immobile. Giancarlo mi disse che una società era interessata ad acquistarlo ma non sapevo che della società facevano parte lui e la sorella: la sua slealtà e la volontà di ingannare e raggirare credo si sia dimostrata in tutta una serie di occasioni”. Ed è quantomeno curioso che la Meloni voglia in uno dei posti più prestigiosi per chi fa giornalismo proprio l’autore dell’inchiesta che ruota attorno – citando Fini – alla “vicenda più dolorosa” per lo stesso ex politico.

Certo, da allora Chiocci ha continuato la sua brillante carriera diventando prima direttore del Tempo dunque, oggi, dell’AdnKronos. Ed è per meriti sul campo (e quantomeno stima della Meloni) che oggi può aspirare al Tg1. Ma, chissà, quell’inchiesta resterebbe ancora oggi una medagliada esibire al petto per molti.