Aleppo resta sotto le bombe. Nessuna evacuazione, i civili sempre più vittime: sono rimasti intrappolati

Le speranze di una tregia sono già terminate. Ad Aleppo, città simbolo della guerra civile in Siria, i combattimenti sono già ripresi.

Le speranze di una tregia sono già terminate. Ad Aleppo, città simbolo della guerra civile in Siria, i combattimenti sono già ripresi. Nelle scorse ore il governo di Bashar Assad aveva annunciato la rinconquista di tutta l’area urbana: un’evoluzione che avrebbe permesso l’evacuazione dei 40mila cittadini ancora presenti ad Aleppo, stremati da mesi di assedio e raid aerei indiscriminati condotti dal regime di Damasco, supportato dalle forze russe. Le truppe lealiste hanno ripreso gli attacchi nella parte orientale della città, che è ancora controllata dai ribelli.

Ma le immagini che arrivano sono terrificanti. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha denunciato “sparizioni forzate e video scioccanti di cadaveri in fiamme nelle strade”. Stando a quanto riferisce l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Al Hussein, i militari “entrano nelle abitazioni e uccidono chiunque si trovi all’interno, anche donne e bambini”. “Abbiamo ricevuto inquietanti rapporti di numerosi corpi che giacevano per le strade e in tutto, fino a ieri sera, abbiamo ricevuto segnalazioni di almeno 82 civili, tra cui 11 donne e 13 bambini, uccisi dalle forze pro-governative in quattro diversi quartieri”, ha aggiunto l’Unhcr. Insomma, il bilancio di mezzo milione di morti è destinato ad aumentare con l’avanzata dell’esercito siriano. Tanto da far passare in secondo piano la guerra all’Isis.