di Lapo Mazzei
Perché Alfano è così. Non è che non ha il Quid, lo ha leggermente sfasato rispetto all’asse centrale della politica. Ecco perché il Cavaliere si è era lasciato andare a quella constatazione, diventata un vero e proprio tormentone. Del resto uno che decide di essere “diversamente berlusconiano” per lasciare la casa del padre (e padrino politico) per mettersi in proprio, qualche problemino deve pur averlo. Quanto meno di comunicazione, dato che il nodo da sciogliere non era il padre ma il rapporto con i super falchi dell’ex Pdl.
Baricentro democristiano
Forse bastava semplicemente dire che il Nuovo centrodestra è nato perché Angelino non sopporta la Santanché e Verdini. Sarebbe stato tutto molto più semplice. E ieri sarebbe stato altrettanto più immediato se quel che voleva dire agli elettori lo avesse detto direttamente, senza dover andare a cercare la traduzione su Twitter. “Abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo ma anche viceversa”, ha affermato il vicepremier in perfetto stile Veltroni, nel bel mezzo della conferenza stampa organizzata al Senato assieme agli altri ministri di Ncd dopo la decadenza di Silvio Berlusconi e l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza. Un giro di parole che il diversamente berlusconiano usa per dire che il miglior alleato di Enrico Letta è lui e che Renzi dovrà vedersela con il Nuovo Centrodestra. Su Twitter i sottotitoli al suo intervento. “Spero che il congresso del Pd non ricada sugli italiani, che non siano loro a dovere pagare il conto”. Caro Matteo, segretario in pectore avvisato, governo salvato. Perché Angelino, dopo aver consentito l’espulsione di Berlusconi, ha messo all’incasso la golden share sul governo, in modo da stoppare il rottamatore. Un gioco del quid di tutto rispetto. “Subito dopo l’approvazione definitiva della legge di Stabilità e la conclusione della vicenda congressuale del Pd l’8 dicembre, in modo tale che ci sia un contraente – ha spiegato Alfano – vogliamo fare un contratto di programma che chiameremo ‘Italia 2014’, per dire cosa fare nell’interesse del Paese”. Più che di un Nuovo Centrodestra siamo in presenza di un nuovo baricentro democristiano. Molto doroteo e poco di destra. Alfano e i suoi affermano di stare “al governo per realizzare alcuni obiettivi importantissimi e per fare scudo ad alcuni provvedimenti di politica economica che non farebbero gli interessi degli italiani”. E cita tra gli esempi l’immigrazione con il rischio di “frontiere come groviera” e della “burocratizzazione” della PA. Ovviamente il convitato di pietra è sempre e solo lui: Matteo Renzi. “Vuole un rimpasto? Bene, aspettiamo il congresso Pd. Vediamo chi sarà il prossimo segretario democratico e se come primo gesto vorrà far cadere un governo presieduto da un esponente del suo partito. Se è una questione interna alla vicenda congressuale io spero che non ricada sull’Italia e che il conto non lo paghino italiani”.
Il blitz della Mussolini
E proprio perché nel cuore c’è il Belpaese, illuminato dai sondaggi, Ncd si presenterà alle prossime elezioni europee “con la sua sigla e il suo simbolo, che verrà presentato il 7 dicembre. Siamo sicuri che la coalizione del centrodestra sia matura a vincere le prossime elezioni”. Successivamente Alfano ha precisato che “oltre il 7 dicembre ci sarà un altro incontro, sabato prossimo a Milano, con le associazioni e circoli culturali della nostra area politica per elaborare linee e punti programmatici”. Intanto sul fronte del governo c’è da registrare il primo chiarimento di posizioni. Gianfranco Micciché è il primo sottosegretario di Forza Italia ad aver firmato le dimissioni. Mentre Jole Santelli assicura di averle messe “nelle mani del presidente Berlusconi e del partito”. Invece gli altri sottosegretari di Fi, spiega Alfano, “stanno ancora al loro posto”. E Roberto Formigoni ne approfitta per accusarli di essere i veri “poltronisti”. Un’accusa che provoca la dura reazione di Alessandra Mussolini. La senatrice di Forza Italia, che già ieri l’altro in Aula aveva appellato i colleghi di Ncd con l’epiteto di “poltronisti”, ha fatto irruzione alla conferenza stampa di Alfano urlando “Buffoni!”. Un blitz durato pochi secondi, mentre parlava il senatore Antonio D’Alì. Qualche attimo di imbarazzo, poi il ministro Maurizio Lupi ha invitato a sorvolare: “Andiamo avanti”. Ovviamente in nome e per contro dell’Italia. Perché Alfano è così, diversamente berlusconiano, ma coerentemente italiano.