Alfano s’attacca allo spread

di Lapo Mazzei

Con tutta probabilità un avvio d’anno così scoppiettante il vice premier Angelino Alfano non se lo aspettava proprio. La lunga serie d’interviste concesse qua e là, a cavallo delle feste, dal leader del Nuovo centrodestra avevano l’obiettivo di rassicurare il proprio elettorato circa il rapporto con lo sfuggente alleato. Peccato che il segretario del Pd, abile e sgusciante come un’anguilla, non solo non ha abboccato, ma ha scartato di lato mettendo in difficoltà l’ex delfino del Cavaliere. Perché se l’abile mossa del solito Matteo Renzi viene rubricata come una arpionata nei confronti di Grillo, in realtà rischia di affondare Alfano e la sua creatura politica. Perché se nel dibattito sulla legge elettorale Ncd può anche avere un ruolo, sul resto rischia di restare marginale. A partire dall’immigrazione, passando sulle Unioni civili per finire con le scelte in materia economia. E proprio quest’ultimo campo potrebbe essere l’ancora di salvezza di Alfano.

L’ancora economica
“Lo spread Btp-Bund sotto i 200 punti è il migliore buon anno per gli italiani. Significa meno interessi da pagare e una tassa occulta in meno per le famiglie”, afferma Alfano, commentando il crollo del famigerato Spread, “basterebbe questo per dire che abbiamo fatto bene a proseguire l’esperienza di governo. Se il contratto di governo funzionerà lo spread scenderà ancora. E sarà la base per far riprendere l’occupazione”. Insomma, se la clava del differenziale tra il rendimento del Btp decennale italiano e quello tedesco ha funzionato con Silvio Berlusconi perché non usarla anche con Matteo Renzi? Una bella domanda alla quale s’incaricherà di dare una risposta il mercato a partire dalla prossima settimana, sempre che l’asse fra Alfano e il premier in carica, Enrico Letta, non si spezzi per ragioni diverse fra loro. Certo, il dato dello spread in se è importante, ma non certo determinante. Perché se è vero che per la prima volta dal luglio 2011, lo spread tra Btp/Bund scende sotto la soglia psicologica dei 200 punti toccando i 199, e con esso anche il rendimento va sotto il 4% attestandosi al 3,95%, questo non è certo l’assicurazione sulla vita della strana maggioranza. Renzi, infatti, dà l’impressione di aver capito in anticipo qual è l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dell’Italia: molliamo la presa, per un po’ . Da qui il gioco al rialzo. Cosa che non può fare Alfano che deve, per forza di cose, tenere la barra dritta.

Le bordate degli ex amici
E proprio perché lo spazio di manovra dell’Ncd è ridotto ai minimi termini dalle fila di Forza Italia partono le bordare contro il vice premier e il suo partito. “Non c’è da stupirsi che ora lo Spread sia su livelli normalmente bassi. Lo Spread fu fatto salire artificiosamente dai poteri forti e dagli speculatori nazionali ed internazionali per far cadere il governo Berlusconi legittimamente eletto dagli italiani”, scrive su Facebook Elvira Savino, deputata di Forza Italia, replicando al Tweet del ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, e alle affermazioni del vicepremier. Meno diplomatica, come al solito del resto, la pitonessa Daniela Santanché che prova a mordere sul collo l’ex segretario del Pdl. “Se è vero che Alfano dice che prima viene la famiglia, caro Alfano tu una famiglia ce l’hai e sta nel centrodestra”, afferma la deputata di Forza Italia, “siccome sei solo uscito di casa, molla l’amante che ti sta tradendo, torna con la tua famiglia e insieme difendiamo i nostri valori di riferimento. Sei ancora in tempo”. Una proposta “indecente” che rende perfettamente l’idea di quale sia lo stato dei rapporti fra azzurri e neo centristi di destra. I quali, in caso di voto anticipato, non potranno che unire le forze per contrastare l’avanzata di Renzi. Anche se a distanza, prova a rispondere alla pitonessa la deputata dell’ Ncd Barbara Saltamartini. “Riforme per far ripartire la crescita e l’economia, lavoro, aiuti alle famiglie, burocrazia zero per le imprese, riforme costituzionali e legge elettorale. Queste sono le nostre priorità”, afferma la parlamentare alfaniana, “e bene ha fatto il ministro Alfano a ricordarle a Renzi che dovrebbe rendersi conto di aver vinto le primarie del Pd e non le elezioni politiche: non è il capo del governo, ma il segretario di un partito importante dell’attuale maggioranza”. Vero. Peccato che detenga il pacchetto maggiore delle azioni e lo Spread, da solo, non basta a fermare Renzi. E proprio perché non è al governo. Dove, invece, ci sono gli esponenti del Nuovo Centrodestra.