di Maurizio Grosso
Il governo
Il rinvio delle decisioni che contano, in buona sostanza, è stato dettato dalla necessità di capire come intende muoversi il governo. I sostenitori di un interevento pubblico, infatti, vorrebbero che l’escutivo esplorasse la possibilità di un intervento simile a quello appena perfezionatosi con Ansaldo Energia, rilevata dal Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti (vedi articolo nella pagina a fianco). Il problema, però, è che il Fondo non può intervenire in società in perdita, proprio per previsione contenuta nel suo statuto. E Alitalia nel primo semestre di quest’anno ha subìto un rosso di 289 milioni. Sempre sul tema dell’eventuale intervento dello Stato circolano voci sulla possibilità di coinvolgere la Sace, la società pubblica di assicurazione dei crediti all’export (che comunque è sempre controllata dalla Cassa depositi), o addirittura le Ferrovie dello stato, quasi a rispolverare antichi progetti di costituzione di un unico polo dei trasporti. Su quest’ultima ipotesi, però, in questo momento si sarebbe registrata la freddezza del numero uno delle Ferrovie, Mauro Moretti.
Le banche
Non meno spinoso è il capitolo che riguarda le banche. I maggiori creditori, Intesa Sanpaolo e Unicredit, dovrebbero metter sul piatto altri 300 milioni per dare un po’ d’ossigeno alla compagnia. E per farlo, naturalmente, chiedono chiarezza su come si intenda rianimare un’azienda in stato comatoso. Peraltro la situazione è particolarmente complicata per Intesa, azionista di Alitalia con l’8,85% del capitale. Senza contare il pressing più deciso operato da altri creditori come l’Eni (fornitore dei carburanti) e Aeroporti di Roma.
Air France
In mezzo a tutta questa incertezza rischia di consolidarsi il potere contrattuale di Air France, che nel 2007 aveva proposto di rilevare Alitalia per 2,5 miliardi e adesso può mangiarsela sborsando pochi spiccioli. Ma i francesi, che pure non se la passano economicamente bene, non vogliono rilevare Alitalia accollandosi il suo debito da un miliardo di euro.Tra l’altro, almeno ieri, sono state smentite le voci su pesantissimi tagli di personale che Air France vorrebbe realizzare una volta fagocitata la compagnia di bandiera. Insomma, anche su questo versante la situazione è sempre più complicata. Non resta che aspettare le risposte che arriveranno dal nuovo Cda in programma per martedì prossimo.