Alla faccia del merito. La Destra si prepara a occupare la Rai

Al di là della facile retorica sul “merito”, il centrodestra non si farà molti scrupoli ad occupare manu militari i posti di comando in Rai.

In principio fu Gennaro Sangiuliano, ex direttore del Tg2 finito ora a fare il ministro della Cultura col governo Meloni. Poi furono tutti gli altri, che già si stanno muovendo – ognuno per conto proprio – per capire che ruolo potrebbe ottenere nell’effetto domino che da qui a qualche mese si abbatterà sulla Rai.

Al di là della facile retorica sul “merito”, il centrodestra non si farà molti scrupoli ad occupare manu militari i posti di comando in Rai

Perché una cosa è certa: al di là della facile retorica sul “merito”, il centrodestra non si farà molti scrupoli ad occupare manu militari i posti di comando a Viale Mazzini. In tanti lo sanno, in tanti sono avvisati e tanti non vogliono perdere il treno della loro vita. Forse è anche per questo che cronisti ben attenti nei giorni dei voti di fiducia hanno fatto caso a due fatti: innanzitutto lo stesso Sangiuliano è uno dei pochi che non si è mai fermato a parlare con gli “ex colleghi” fuori da Montecitorio e fuori da Palazzo Madama. Non una parola, ma soltanto sorrisi di circostanza.

La ragione? Qualcuno mormora che, non essendo uno sprovveduto, sa bene che una delle domande che potrebbero venirgli rivolte riguarderebbe proprio la Rai. Meglio non sbilanciarsi, dunque. Il secondo fatto è ancora più curioso. Chi era in Transatlantico il giorno della fiducia avrebbe riconosciuto aggirarsi Paolo Corsini, vicedirettore Rai all’approfondimento, molto vicino alla Meloni, e non a caso in odore di promozione. C’è da stupirsi? Probabilmente no se si considera che era presente anche alle consultazioni alle Quirinale. Si dirà: è un giornalista, fa il suo mestiere. Vero, potrebbe darsi. Ma le coincidenze restano e non sono poche.

Per carità: non che ci sia soltanto Corsini a muoversi. I nomi sono tanti e variegati. A cominciare da chi potrebbe entrare nel Cda. Sicuramente potremmo assistere a un ritorno di Giampaolo Rossi, già membro del Cda durante il Conte1 ed espressione diretta del meloni-pensiero. Un nome, peraltro, che non dispiace neanche alle opposizioni dato che, nella distanza delle visioni politiche, Rossi ha sempre dimostrato una spiccata levatura culturale e di visione televisiva.

Lo scossone di Sangiuliano, però, potrebbe avere delle conseguenze più immediate rispetto a tutte le altre nomine. Il telegiornale della seconda rete al momento è ad interim Carlo Pilieci che almeno per tre mesi potrebbe restare al timone, a meno che non riesca a conquistarsi la fiducia del governo. Un altro nodo importante riguarda Monica Maggioni. Per lasciare il Tg1 ci sarà bisogno di trovarle una degna alternativa a una professionista che è stata presidente della Rai e la prima donna a dirigere il Tg1.

Un programma importante su Rai1 potrebbe essere una proposta. Chi, dunque, a sostituirla? Tra i direttori, i più stimati e apprezzati da Fratelli d’Italia ci sono Nicola Rao, vicedirettore Tg1 ed ex vicedirettore Tgr e Paolo Petrecca, attuale responsabile di RaiNews. A questo punto al Tg2 potrebbe andare qualcuno vicino a Lega o Forza Italia. Nella prima ipotesi in corsa c’è Alessandro Casarin, attuale numero 1 della Tgr che a quel punto passerebbe ad Antonio Preziosi, stimato da Forza Italia.

Seconda ipotesi Casarin resta alla Tgr e Preziosi va al Tg2. Con Simona Sala in corsa per RaiParlamento. E a quel punto si muoverebbe un’altra casella importante: se dovesse andarci la Sala, il daytime andrebbe ad Angelo Mellone, forte peraltro degli ottimi ascolti dei suoi programmi. E gli approfondimenti? Appunto al già citato Corsini, con Antonio Di Bella che potrebbe andare in pensione anticipatamente.

Un marasma generale all’interno del quale alle opposizioni resterebbe da spartirsi Tg3 e qualche direzione orizzontale, fatta eccezione ovviamente per il prime time che difficilmente potrebbe restare in mano a Stefano Coletta. Ci sono poi i presentatori. E anche in questo caso aspettiamoci cambiamenti non di poco conto.

Tra gli altri, ad ottenere un programma prima di subito potrebbe essere Alessandro Giuli: nonostante i suoi ultimi prodotti non abbiano riscosso particolare successo (caso eclatante le due stagioni di “Anni 20”, per qualcuno “inspiegabili” visti i basi risultati), è già pronto per nuove avvenure Tv.