Alla sbarra le fake news di Mingo. L’ex inviato di Striscia la Notizia a giudizio per truffa. Insieme alla moglie avrebbe montato servizi falsi

L'ex inviato di Striscia la Notizia Mingo e la moglie sono stati rinviati a giudizio perché accusati di aver truffato Mediaset attraverso dei servizi falsi

Questa volta i fari che puntava sul malaffare si sono accesi proprio su di lui. Finisce a processo l’ex inviato di Striscia la Notizia Domenico De Pasquale, in arte Mingo, perché avrebbe realizzato una serie di servizi falsi. Qualcosa di paragonabile a quelle fake news che girano sulla rete, ma che, invece, sono finite in pasto ai milioni di spettatori indignati di Canale5. Il gup del Tribunale di Bari Annamaria Mastrorilli lo ha rinviato a giudizio per truffa, simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione. Insieme a lui sotto processo c’è finita pure la moglie Corinna Martino che risultava amministratore unico della Mec Produzioni srl dio cui Mingo era socio. Molto prima che si giungesse al processo si era mossa Mediaset che già nel 2015 decise di mandare a casa Mingo e pure il suo storico compagno Fabio De Nunzio che si è ritrovato disoccupato pur non avendo avuto un ruolo in questa storia di fake news e attori protagonisti di una serie di storie costruite a tavolino. La posizione di De Nunzio, infatti, è stata archiviata dopo le indagini della Procura di Bari che hanno riconosciuto l’innocenza del buon Fabio, che era all’oscuro della presenza di attori “sul set” dove venivano realizzati i servizi.

I fatti contestati – Sarebbero stati dieci in tutto i servizi falsi costruiti da Mingo con la complicità della moglie. Così avrebbero truffato Mediaset facendoseli pagare compresi del rimborso dei costi per figuranti e attori. Secondo la magistratura l’importo delle truffe ammonterebbe a 170mila euro. La prima presunta truffa, sarebbe stata di 21 mila euro (compensi aggiuntivi rispetto al forfettario di 160 mila euro previsti dal contratto fra Mec e Mediaset) e riguarda dieci servizi “risultati artefatti, simulando fatti, personaggi, circostanze e condizioni, frutto della fantasia degli indagati”. Le indagini partirono dalla stessa Procura che accese i fari su un servizio relativo a un presunto falso avvocato. Bastò poco agli inquirenti per svelare che non si trattava di un legale senza titoli, bensì di un attore protagonista di una messinscena. Secondo l’accusa Mingo e la moglie non si fermarono all’avvocato: gli spettatori di Canale5, infatti, si sono dovuti sorbire anche il falso agente interinale, l’assicuratore, il medico, l’imprenditore che assumeva giovani lavoratrici in cambio di favori sessuali e pure la maga sudamericana capace di guarire malattie. Una vera e propria fiera della fantasia a suon di notizie false. Per cui Mingo e sua moglie dovranno risponderne il 3 aprile 2018 a Bari.