All’asilo nido sotto la canicola, condizioni disumane per i bimbi. Nelle strutture municipali mancano i condizionatori. Maestre e genitori furiosi con il Campidoglio

All’asilo nido sotto la canicola, condizioni disumane per i bimbi. Nelle strutture municipali mancano i condizionatori

All’asilo nido sotto la canicola, condizioni disumane per i bimbi. Nelle strutture municipali mancano i condizionatori. Maestre e genitori furiosi con il Campidoglio

Nessun piano contro il caldo record. E così a farne le spese sono anche i bambini iscritti agli asili nido comunali di Roma, dove le temperature raggiungono livelli insopportabili. Si parla di stanze con 35 gradi, senza alcuna soluzione per aiutare maestre e piccoli. Il caldo record era atteso e, in ogni caso, tutte le estati si registrano temperature elevate a luglio.

Il Comune, però, non è intervenuto in tempo. L’aria condizionata all’interno degli asili nido è una rarità assoluta nella Capitale. Al massimo si cerca una soluzione alternativa, fornendo apparecchi di altro tipo alle strutture. Per esempio il cosiddetto pinguino, che necessita però di un buco nella finestra per poter scaricare l’acqua. Buco non predisposto, ovviamente, negli asili nido municipali.

L’allarme

A lanciare l’allarme sono maestre e genitori. Si registrano situazioni di bambini con meno di tre anni in stanze che raggiungono i 35 gradi. I condizionatori non ci sono quasi mai, nelle strutture ancora aperte a fine luglio. Le segnalazioni arrivano dagli insegnanti al coordinamento Precarietà e Unità, che raccoglie le maestre che denunciano le condizioni di lavoro negli asili municipali. Sono state presentate denunce alle Asl e anche ai municipi, sia da parte delle maestre che dei genitori.

RomaToday ha raccolto la testimonianza di una di queste insegnanti che parla di “35 gradi nella stanza del sonno”, ovvero dove dormono i piccoli. Il municipio ha inviato un pinguino, ma “nemmeno funziona”, proprio perché non ci sono i buchi nelle finestre. Nei nidi comunali ci sono, ovviamente, delle eccezioni, con la presenza dei condizionatori.

Ma sono poche. A luglio le strutture aperte sono di meno, si decide in base al numero di domande e i bambini vengono accorpati negli istituti che restano aperti. Con il rischio che al caldo si aggiunga il sovraffollamento, tanto più problematico quando le temperature sono così elevate. Secondo il Campidoglio c’è anche un problema burocratico, dato dal fatto che in passato le Asl non hanno rilasciato i permessi per gli impianti di condizionamento per il rischio di uno “scarto termico” potenzialmente dannoso per i bambini.

Forti disagi

I sindacati chiedono di verificare le temperature dentro i nidi di Roma Capitale ed esprimono timori relativi alla possibilità che il caldo crei “condizioni di disagio per i piccoli utenti, che potrebbero essere esposti a rischi di malattie da calore”. Inoltre, sottolineano Cgil, Cisl e Uil, mancano le condizioni di sicurezza anche per le maestre.

Protestano anche le opposizioni in Campidoglio. Il capogruppo della lista Civica Raggi, Antonio De Santis, parla di situazione in alcuni asili “a dir poco drammatica”, con locali senza condizionatori, “clima soffocante e bambini al di sotto dei tre anni costretti in stanze in cui la temperatura arriva a toccare i 35 gradi”. A suo giudizio è una situazione “inaccettabile” e più volte denunciata dalle maestre, su cui il sindaco, Roberto Gualtieri, ha “il dovere di intervenire con urgenza e tempestività”.

Per questo De Santis chiede alla Giunta di “agire immediatamente a salvaguardia della salute dei bimbi e del personale scolastico operante nei nidi di Roma Capitale”. Il problema è che qualsiasi intervento, ormai, arriverebbe con estremo ritardo e difficilmente si può risolvere in pochi giorni. Il Campidoglio doveva sicuramente pensarci prima, evitando le situazioni emergenziali che si sono registrate di fronte al caldo record. Facile parlare col senno di poi, certo, ma tra i compiti di un’amministrazione ci deve essere sicuramente quello di programmare in tempo ed evitare che i problemi si presentino, invece di cercare di mettere una pezza – spesso poco efficace – all’ultimo secondo.