All’Emilia-Romagna solo due miliardi e senza le coperture

Il Governo è riuscito a mettere sul tavolo oltre 2 miliardi di euro per l'emergenza in Emilia-Romagna. Ma le stime ufficiose parlano di danni per 5-6 miliardi.

All’Emilia-Romagna solo due miliardi e senza le coperture

Raschiando il fondo del barile, così come aveva annunciato che avrebbe fatto, Giorgia Meloni è riuscita a mettere sul tavolo oltre due miliardi di euro per l’emergenza maltempo. Ricordiamo che le stime ufficiose dei danni provocati dall’alluvione in Emilia-Romagna parlano di cinque-sei miliardi.

Il Governo è riuscito a mettere sul tavolo oltre 2 miliardi di euro per l’emergenza in Emilia-Romagna. Ma le stime ufficiose parlano di danni per 5-6 miliardi

“Nella situazione attuale in cui si trova l’Italia, trovare 2 miliardi di euro in qualche giorno non è una cosa facile. Va dato atto a tutto il governo di essersi dedicato all’emergenza con il massimo della concentrazione, disponibilità e operatività possibile”, ha detto la premier dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che tenta di fornire una prima risposta all’emergenza.

Arriva l’estensione dello stato di emergenza ai comuni romagnoli che non erano stati colpiti dall’ondata del primo maggio. E lo stesso succederà per quelli di Marche e Toscana non appena sarà completata l’istruttoria. Nel decreto ci sono, fra l’altro, 580 milioni per la Cassa integrazione emergenziale fino a 90 giorni, 298 milioni per un’indennità una tantum fino a 3mila euro per gli autonomi che hanno dovuto sospendere l’attività, il rafforzamento del fondo di garanzia per le imprese, 300 milioni a fondo perduto concessi da Simest alle imprese esportatrici, 400 milioni per finanziamenti a tassi agevolati per le imprese, 100 milioni per il Fondo di solidarietà nazionale, 75 per quello per l’innovazione in agricoltura e 8 milioni per il ripristino delle strutture sanitarie.

Si sospendono poi fino ad agosto gli adempimenti tributari e contributivi, si danno tre mesi in più (fino al 31 dicembre) per i lavori con il superbonus 110% alle villette, ci sono 20 milioni per garantire la continuità didattica nelle scuole, un fondo da 3,5 milioni per le università, e per gli studenti l’esonero dal pagamento di tasse e contributi universitari. Verranno regolarmente retribuiti i dipendenti della Pa che non possono lavorare e si prevedono prove di recupero per i concorsi. Parte delle risorse sarà coperta dall’aumento di un euro dei biglietti dei musei tra il 15 giugno e il 15 settembre, oltre che con estrazioni straordinarie del Lotto e del Superenalotto e la vendita di beni confiscati. A contribuire alle coperture tutti i ministeri, solo 700 milioni sono arrivati dalla Farnesina.

Sono le stesse misure di emergenza messe in campo da Conte per far fronte all’emergenza Covid

Si tratta “esattamente” delle “stesse misure di emergenza che il nostro governo aveva messo in campo per far fronte all’emergenza Covid, mentre l’attuale maggioranza si limitava a contestare, promettendo mille euro con un click sul conto corrente delle persone”, ha commentato il leader del M5S, Giuseppe Conte. Il Pd chiede di fare di più e Francesco Boccia chiede uno scostamento di bilancio. Mentre i Verdi-Sinistra Italiana protestano per la norma, inserita nel decreto, che semplifica la disciplina in materia di realizzazione di nuova capacità di rigassificazione nazionale.

Con la scusa dell’emergenza il governo infila nel dl una norma per potenziare pure i rigassificatori

La partita invece su chi sarà il commissario per la ricostruzione si deciderà nei prossimi giorni. Meloni vorrebbe che fosse il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini con cui pare andare d’amore e d’accordo ma non tutti nel centrodestra la pensano come lei. L’azzurro Maurizio Gasparri pare di sì: “Rispettare il territorio sarebbe abbastanza logico anche per una responsabilità e gestione condivisa di un’emergenza del Paese”, ha osservato.

Ma a mettersi di traverso ci sarebbe il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini. E dire che il presidente della Regione Veneto aveva aperto all’ipotesi Bonaccini: “Storicamente – ha affermato Luca Zaia – è sempre accaduto che lo fanno i presidenti di Regione. Dopodiché non compete a me la nomina, ma al consiglio dei ministri”. Ma si sa che Zaia è considerato, e non da ieri, l’anti-Salvini del Veneto.

Più tardi, fonti di palazzo Chigi stemperano la tensione, smentiscono il braccio di ferro, e di fatto confermano che la soluzione Bonaccini, al momento, sembra sfumare. Per questa nomina – trapela dall’esecutivo (secondo quanto riferisce l’Ansa) – “i tempi sono assolutamente prematuri: ora bisogna affrontare l’emergenza, poi ci sarà il censimento e la mappatura dei danni. Inoltre, non dimentichiamo mai che questo disastro non ha coinvolto solo l’Emilia-Romagna ma anche le Marche”.

Aver precisato che il Commissario dovrà occuparsi di due realtà distinte fa pensare che alla fine la soluzione più probabile sia la nomina di un Commissario “terzo”, magari tecnico non politico. “Non è importante il nome di Bonaccini come Commissario, ma un modo di lavorare, quel modello del terremoto dell’Emilia ha funzionato bene. Il problema – conclude Bonaccini – non è il nome ma come si vuole lavorare”.

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