Allerta alluvione, il tempo si divide

di Marco Castoro

Con la televisione in bianco e nero e senza internet era sicuramente più facile fare il meteorologo. C’era Che tempo fa con il colonnello Edmondo Bernacca, assoluto dittatore dei cieli. Che prima ci illustrava la cartina geografica e poi ci spiegava i fenomeni atmosferici alla lavagna. Solo lui poteva dire se bisognava aprire l’ombrello oppure no. Tutto era semplice. Nebbia in Val Padana. Sereno, variabile. Vortici. Bassa o alta pressione. Le perturbazioni avevano i numeri. Le temperature erano in rialzo o in lieve diminuzione. Al massimo c’era qualche millibar che andava di traverso. Il barometro era più facile da leggere. Poi sono arrivati i satelliti, i mezzi tecnologici super sofisticati e internet. E come se ciò non bastasse sono comparse sulla scena pure le meteorine in minigonna che finiscono per distrarre il telespettatore. Ma le previsioni non sono una scienza esatta. Anche perché quando si fanno i confronti tra i competitor difficilmente il risultato è lo stesso. L’unica cosa certa è la nebbia in Val Padana. Perenne nei secoli. Divenne addirittura il cruccio per un concorrente di Portobello che cercava di convincere Enzo Tortora sul fatto che bisognava abbattere il Passo del Turchino per eliminare la nebbia.
Ultimamente anche tra i meteorologi è scoppiata la tensione. Il cambiamento del clima sembra averli travolti. Come uno tsunami. Non c’è occasione che non finiscano al centro del mirino. Come nella settimana di Pasqua quando scoppiò la polemica con gli albergatori perché furono previste piogge e poi invece ci fu il sole. Gli alberghi però rimasero vuoti perché la gente non prenotò per paura del maltempo.

IN PREVISIONE C’È LO SCONTRO
Gli stati di allerta su nubifragi, nevicate e grandi eventi meteorologici sono diventati la croce degli uomini meteo. L’ultimo riguarda proprio queste ore. Dopo il mancato avviso sulla recente alluvione di Genova ecco che Meteo.it ha lanciato un sos, prevedendo l’allerta alluvione da martedì 4 novembre per la Liguria e il Piemonte. Motivandolo testualmente con «un mix di fattori, tra i quali forti venti meridionali, conformazione delle Alpi liguri e piemontesi, nubi cariche di pioggia, blocco anticiclonico ad est, porteranno a una situazione critica per Liguria, Piemonte, Alpi e Prealpi, dove sono attesi grossi quantitativi di piogge». Nulla da eccepire. Ma l’Aeronautica militare non conferma l’allerta perché troppo presto per prevedere al 100% un fenomeno così straordinario. Morale della favola: ai genovesi non resta che pregare e incrociare le dita.