Alluvione, le imprese a mani vuote: finora dei ristori non si è visto un euro

L'ira del presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: le imprese non hanno ancora ricevuto un euro dei ristori dell'alluvione.

Alluvione, le imprese a mani vuote: finora dei ristori non si è visto un euro

Alle imprese non è ancora arrivato un euro. Un dato, sottolineato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che rende evidenti i ritardi da parte del governo nella ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione di maggio. I soldi erano stati stanziati, ma sono ancora fermi. E la pazienza degli amministratori locali, che sanno bene quanto sia urgente partire al più presto con le opere di ricostruzione e fornire gli indennizzi a famiglie e imprese, è ormai finita.

Bonaccini torna a sollecitare il governo sul tema, dopo la lettera inviata negli scorsi giorni insieme ai presidenti delle province coinvolte. Lo fa in televisione, ospite di Omnibus, su La7. Fornendo innanzitutto qualche dato. Non solo quello delle imprese che ancora non hanno ricevuto ristori, ma anche le famiglie che hanno avuto pochissimi soldi. Finora “sono arrivati i primi 3mila euro”, spiega, “perché il sottoscritto insieme al capo della Protezione civile Curcio si è inventato una misura sperimentale che ha tolto ogni tipo di burocrazia e una volta che i sindaci attestavano che uno era stato alluvionato gli arrivano sul conto corrente i soldi”.

Così 13mila famiglie li hanno già ricevuti. Ma solamente loro, per gli altri – a partire dalle aziende – è tutto bloccato. Le risorse, invece, “devono essere rese esigibili subito”, sottolinea il presidente della Regione più colpita dalle alluvioni. Soldi che servono anche sul territorio, ai sindaci, per effettuare gli interventi subito, al massimo entro l’autunno. Inoltre Bonaccini non nasconde la delusione per l’ultimo decreto approvato dal governo prima della pausa estiva: “tutti” si aspettavano dei finanziamenti per la ricostruzione in Emilia-Romagna. E invece nulla.

Finora “il governo ha stanziato quattro miliardi di euro, che non bastano per i danni che ammontano a nove miliardi di euro”. E neanche il miliardo già stanziato, anzi promesso, finora è stato reso utilizzabile. Finora i primi cittadini hanno avuto per lavori urgenti solamente i primi 200 milioni, spiega Bonaccini, messi a disposizione dalla Protezione civile. Ma i sindaci “ne hanno spesi più del doppio”. Il che crea inevitabili problemi: “Nessun dirigente firma un atto che assegna i lavori o fa una gara se non ha le coperture finanziarie”.

Tempi brevi per la ricostruzione post-alluvione

Bisogna fare in fretta: entro l’autunno buona parte dei lavori deve essere fatta, anche per evitare che le conseguenze delle alluvioni di maggio ricadano su diversi settori che rischiano di non riuscire a ripartire neanche per il prossimo anno.

I ritardi denunciati da Bonaccini

“Il ritardo c’è stato” sui fondi, dice senza giri di parole Bonaccini. Un primo ritardo è stato quello sulla nomina del commissario: “Errani – ricorda il presidente di Regione – fu nominato commissario straordinario alla ricostruzione una settimana dopo il terremoto. Figliuolo è entrato in carica ufficialmente solo pochi giorni fa”. Ora bisogna fare in fretta, dunque. Soprattutto dando “certezze” alle imprese, che per ripartire hanno bisogno di sapere che “gli verrà ristorato tutto”.

Anche per questa ragione Bonaccini ha chiesto un incontro alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al commissario Francesco Paolo Figliuolo. Con il quale, assicura, gli enti locali stanno lavorando benissimo. Ma il giudizio sembra ben diverso rispetto al governo: “Non hanno ancora compreso cosa serva fino in fondo per far ripartire del tutto questa terra, è per quello che qui tanti, se non tutti, anche i sindaci di centrodestra, chiedevano che non si perdesse quella filiera istituzionale che aveva funzionato così bene durante il terremoto”. In sostanza per Bonaccini è stato sbagliato accentrare il processo di ricostruzione a Roma.

Alluvione in Emilia-Romagna, boicottaggio politico?

Ciò che nessuno dice, ma in tanti pensano, è che i ritardi del governo non siano del tutto casuali. Tanto che c’è chi ipotizza una sorta di boicottaggio politico nei confronti di una delle poche Regioni ancora amministrate dal centrosinistra. “Non ci voglio neanche pensare perché sarebbe meschino e surreale”, replica Bonaccini a chi mette in campo questa possibilità. Sarebbe assurdo, a suo giudizio, se “per dispute politiche si giocasse sulla pelle di persone, imprenditori e famiglie che hanno perso tutto o quasi”.

“Mettiamoci a sedere”, dice il presidente dell’Emilia-Romagna a Meloni, con un chiaro invito a trovare al più presto una soluzione e velocizzare la ricostruzione post-alluvione. Il tema dei ritardi sull’alluvione è stato portato anche dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, al confronto con Meloni: “Non sono arrivate le risposte che speravo, continueremo a insistere”, afferma la leader dem. Mentre la presidente del Consiglio continua a parlare di rimostranze “poco fondate”.