Almeno 350 dissidenti nel Movimento 5 Stelle. L’Open day di Pizzarotti a Parma chiede di rivedere le espulsioni. E c’è chi non vuole più il nome di Grillo nel simbolo

Pizzarotti non molla il Movimento 5 Stelle e sfida Grillo e Casaleggio partendo dalla sua Parma pentastellata, dove c’erano almeno 350 dissidenti tra militanti e amministratori. “Sono nel M5S e vorrei che il M5S si riconoscesse anche nel mio lavoro”, afferma Pizzarotti, “Non vado da nessuna parte. I nemici sono fuori ed invece noi ci facciamo la guerra dentro. Gli altri hanno mafiosi, denunciati e altro. Noi potremmo dirci apertamente quello che pensiamo senza paura di essere mandati da nessuna parte?”. Il primo cittadino di Parma si è poi concentrato sulle espulsioni e sulle regole. “Attraverso questa nuova organizzazione” del direttorio “ci sarà modo di ripensare delle scelte fatte per motivi che non erano riscontrabili”, afferma Federico Pizzarotti a Parma. “Ci sono tante persone che hanno contribuito” al Movimento, spiega Pizzarotti a chi gli chiede un commento alla presenza di quattro espulsi dal M5S al suo evento. “Se pensate alle modalità con cui ci sono state” alcune espulsioni, “se pensiamo che alcuni all’inizio sono stati espulsi per aver partecipato a trasmissioni tv”, credo che queste misure possano essere riviste, aggiunge il sindaco, sottolineando di non aver paura di scomuniche:  “Ho paura di perdere” i fondi “per gli asili – afferma – non ho paura delle scomuniche”. A margine della manifestazione è arrivata la proposta della deputata Giulia Sarti: togliere il nome di Grillo dal simbolo del Movimento.