Altri 250 milioni per far decollare Alitalia

Di Carola Olmi

Altri 200, forse anche 250 milioni di nuovo capitale per riportare in quota Alitalia. Il Cda della compagnia, durato ieri oltre sette ore, ha rinviato a oggi la decisione, insieme all’approvazione del bilancio 2013, chiuso con 564 milioni di perdite. L’aumento di capitale servirà a garantire la copertura di eventuali contenziosi e il fabbisogno finanziario fino all’arrivo dei 560 milioni di investimenti da parte di Etihad, la compagnia aerea degli Emirati arabi che entrerà in Alitalia con il 49%, diventando il primo vero socio. In bilico fino all’ultimo la posizione di Poste Italiane, che ieri ha riunito il suo Cda. Il gruppo guidato da Francesco Caio resta in disaccordo sul conferimento della sua quota di nuovo capitale ad Alitalia piuttosto che ad un nuovo veicolo societario intermedio. Una proposta sulla quale sembra ieri essere arrivata qualche apertura.
Intanto i rappresentanti di Etihad stanno illustrando ai piloti della compagnia italiana la loro proposta per passare al vettore arabo. Sul tappeto è stata messa sia un’ipotesi economica che un’illustrazione, anche turistica, di Abu Dhabi e degli alloggi dove andranno a vivere. Etihad ha confermato che sarà avviata comunque una selezione. “Ci hanno presentato un contratto e una proposta economica – ha detto un pilota uscendo dalla riunione -, ma non conviene per i comandanti, ad esempio con 25 anni di anzianità. Conviene per i giovani che hanno prospettive di avanzamento di carriera”. La questione centrale resta però l’assetto societario della nuova Alitalia. E su questo anche ieri è intervenuto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.

No a bad company
Non c’è una bad company e una new company, c’è un’azienda su cui vengono investiti i soldi per lo sviluppo, dai soci e dal nuovo socio che si chiama Etihad, ha detto il ministro sottolineando che “non ci sarà una bad company che viene chiusa, come nel 2009”. Lupi ha concluso quindi dicendo che si aspetta una risposta dai lavoratori entro oggi. “Ognuno, sindacati e soci privati dell’Alitalia, si deve assumere le proprie responsabilità”, ha messo in guardia Lupi, aggiungendo che per la compagnia aerea queste sono giornate decisive. Le prospettive d’altronde sono solo due: o lo sviluppo o il baratro. E anche per questo il ministro ha ribadito di restare ottimista.