Altro che aiuti alla natalità: si tagliano gli asili nido

Il Governo parla tanto di denatalità ma getta la spugna su una delle più cruciali infrastrutture sociali attese dal Paese, qual è quella degli asili nido.

Altro che aiuti alla natalità: si tagliano gli asili nido

Che un governo che parla tanto di denatalità getti la spugna su una delle più cruciali infrastrutture sociali attese dal Paese, qual è quella degli asili nido per consentire alle donne di conciliare gli impegni di lavoro con quelli familiari, sembra un paradosso. Eppure è quello che succede. La conferma arriva dal ministro Raffaele Fitto a cui è affidata la supervisione del Pnrr.

Il Governo parla tanto di denatalità ma getta la spugna su una delle più cruciali infrastrutture sociali attese dal Paese, qual è quella degli asili nido

Fra i 27 obiettivi del Piano da realizzare entro il 30 giugno di quest’anno ce ne sono alcuni da rimodulare, ha spiegato Fitto nel corso della sua informativa alle Camere, sottolineando che “l’interlocuzione con la Ue è per mantenere gli obiettivi” e i finanziamenti. Ebbene fra quelli da rimodulare c’è la realizzazione degli asili nido e scuole dell’infanzia, la sperimentazione dell’idrogeno nei mezzi di trasporto pubblico e il progetto Cinecittà. In totale il Pnrr ha stanziato per il primo obiettivo 4,6 miliardi di euro.

All’investimento sono associati un milestone e un target. Il primo, da conseguire entro il secondo trimestre 2023, ovvero a fine giugno di quest’anno, prevede l’aggiudicazione dei contratti di lavoro per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido, scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura della prima infanzia. Il secondo, con scadenza nel quarto trimestre 2025, prevede l’aumento dell’offerta educativa nella fascia 0-6 anni su tutto il territorio nazionale, attraverso la messa a disposizione di 264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell’infanzia.

Anche considerando che l’offerta italiana di asili nido pubblici è una delle più basse dell’Unione europea. Ma l’obiettivo appunto, come ammette lo stesso governo, non è al momento raggiungibile. Ai ritardi accumulati dal governo Draghi si sono aggiunti quelli dell’attuale esecutivo. I motivi sono diversi. A partire dallo scarso interesse manifestato dai Comuni, dai quali finora sono arrivate richieste soltanto per 1,2 miliardi.

Fitto prova a spegnere le preoccupazioni che le sue stesse parole hanno scatenato, tra le file dell’opposizione e tra associazioni come Save the children, con l’ammissione dei ritardi sulla realizzazione degli asili nido. “Il governo sta cercando di salvare gli asili, salvaguardarli nell’obiettivo finale perché ad oggi sono stati accumulati grossi ritardi, ci sono comuni che riescono a raggiungere il target del 30 giugno e altri non ce la fanno. Noi stiamo trattando con la Commissione Ue per salvare l’obiettivo che ‘cuba’ 4,6 miliardi di finanziamenti”.

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