Fabrizio Curcio, dopo quattro anni che l’aveva lasciata, ritorna a guidare la Protezione Civile. Per volontà di Mario Draghi, che tenta così di imprimere una svolta nella gestione della pandemia e della campagna vaccinale. I vaccini sono stati il tema della due giorni del Consiglio Ue con i temi ricorrenti della “distribuzione” e della “produzione”. Ma c’è stata anche la politica estera. Il premier rilancia l’agenda transatlantica. È un obiettivo cruciale, dice, spiegando come l’autonomia strategica dell’Unione, in complementarietà con la Nato e in coordinamento con Washington, con l’arrivo di Biden sarebbe più semplice da realizzare.
Un’autonomia di difesa che si compone anche dell’iniziativa europea “strategic compass”. Puntando su un dossier: quello della cybersecurity. Ritornando ai vaccini, non c’è solo l’emergenza sanitaria a zavorrare il Paese, morde anche quella economica. Aumenta di ora in ora il pressing delle forze politiche e dei governatori per garantire indennizzi immediati e riaprire dove i numeri del Covid lo consentano. Ma per ora si tiene la linea della massima prudenza. Poche concessioni.
Nella bozza del nuovo Dpcm in arrivo (che dovrebbe essere valido dal 6 marzo al 6 aprile) teatri e cinema riaprono, in zona gialla, dal 27 di marzo. E musei pubblici disponibili, su prenotazione, anche nei weekend. Barbieri e parrucchieri chiusi in zona rossa. Scuola in presenza per gli alunni dell’infanzia, delle elementari e delle medie mentre per quelli delle superiori la didattica è in presenza “almeno al 50% e fino a un massimo del 75%”.
L’esecutivo Conte stava lavorando al decreto Ristori 5 per il quale a gennaio è stato approvato uno scostamento di ulteriori 32 miliardi per sostenere lavoratori e imprese. Poi la crisi di governo ha rallentato l’iter. Ma ora al Mef spingono per accelerare e tentare di chiudere al massimo entro la prossima settimana. Il decreto teoricamente dovrebbe entrare in vigore il prossimo lunedì se il governo decidesse di rinviare il pagamento delle sette rate della pace fiscale: cinque della rottamazione delle cartelle e due del saldo e stralcio.
Si tratta di 950 milioni dovuti da 1,2 milioni di contribuenti. Dal primo marzo scade anche la sospensione della notifica di oltre 50 milioni di cartelle esattoriali e di atti del fisco. Il governo ha accolto durante l’esame del Milleproroghe un ordine del giorno che bloccherebbe le notifiche fino al 30 settembre. Allo studio anche una sforbiciata dei crediti ritenuti inesigibili. Forse per dare un segnale di discontinuità, è destinato a cambiare il nome degli aiuti che verranno dati a lavoratori e aziende. Stop alla serie dei “ristori”, il nuovo testo dovrebbe chiamarsi “decreto sostegno”.
Oltre al capitolo fiscale c’è il pacchetto lavoro. A partire dalle risorse per una proroga della Cig (in ballo c’è anche un ulteriore stop ai licenziamenti). Si ipotizzano 8 settimane di cig e 26 settimane di cig in deroga e assegno ordinario da utilizzare entro il 31 dicembre 2021. Altre risorse arriveranno per ristorare i lavoratori autonomi dal pagamento dei contributi previdenziali mentre per i lavoratori dello spettacolo e stagionali l’idea iniziale era quella di una indennità da 3.000 euro. Sul fronte dei Ristori si è immaginato un meccanismo che superi i codici Ateco. E che sia rivolto agli operatori che nel 2020 abbiano registrato una perdita di fatturato di almeno il 33 per cento.
Si ragiona anche sulla possibilità di legare i nuovi indennizzi ai costi fissi sostenuti comunque dalle aziende sempre durante lo scorso anno. Nel decreto si prevede anche un capitolo dedicato al turismo invernale. C’è poi il capitolo sanità con l’acquisto e la logistica per i vaccini e i famaci anti-Covid. E le risorse per i trasporti e per gli enti locali..