Altro che Covid, in Abruzzo la Lega va a funghi. In piena emergenza la Giunta Marsilio ha varato il regolamento per la raccolta

Sovranismo alla boscaiola in Abruzzo con una iniziativa, a tratti comica, per la raccolta dei funghi selvatici. Niente più corsi perché ora il tesserino viene sostituito con un banale versamento annuale per il rinnovo dell’attestato d’idoneità e così il programma di semplificazione annunciato dalla Regione va avanti… grazie ai funghi. Soddisfatto l’assessore regionale all’agricoltura, Emanuele Imprudente, che ha sottolineato quanto sia stato duro il lavoro, per risolvere questa importante pratica, svolto della giunta capitanata da Marco Marsilio (nella foto). Per questo il politico, euforico, ha annunciato che “la nuova disciplina è pubblicata nel Bura speciale n.89 del 17 giugno 2020”.

Così in un momento tanto delicato, con la gente che si aspetta provvedimenti forti in chiave anti-crisi, l’esecutivo di centrodestra in Abruzzo non finisce di stupire. Con ancora molti che attendono l’arrivo dei contributi, dei sostegni, dei finanziamenti, e con il turismo che langue, ecco che dal cilindro l’assessore tira fuori una “legge approvata e pubblicata di modifica alla normativa sulla raccolta dei funghi spontanei” che “continua sul solco tracciato in materia di semplificazione nel campo delle deleghe a me attribuite”. L’amministratore regionale, in quota Lega, spiega così il provvedimento: “Il tesserino di Tipo A per la raccolta dei funghi è stato abolito e sostituito dall’Autorizzazione di Tipo A costituita dalla ricevuta del versamento, previsto dalla legge 34/2006, e dalla copia dell’attestato di idoneità alla raccolta, di cui all’articolo 3-bis della stessa legge”.

Non un riordino delle filiere, del sistema agroalimentare chiesto a gran voce dagli abitanti. Tantomeno un Piano strategico e un intervento contro la Mafia dei Pascoli che in Abruzzo ora fa davvero paura. L’unico sforzo in tempo di pandemia è stato l’articolo 9 della legge regionale Cura Abruzzo, tra l’altro già impugnata dal Governo dinanzi la Corte costituzionale. In questo scenario da film horror, spunta lo strambo regolamento per la raccolta dei funghi spontanei che ricalca quanto già visto con l’ordinanza del presidente Marsilio in materia di sagre e feste di paese. Evidentemente è questa la risposta della Regione all’emergenza in atto e alla conseguente crisi economica che in Abruzzo miete più vittime del virus.

QUESTIONE DI PRIORITA’. Sulla bontà del provvedimento, però, è Imprudente ad insistere spiegando che “la modifica apportata consente di provvedere al rinnovo dell’autorizzazione amministrativa per la raccolta dei funghi ordinaria non superiore a 3 chilogrammi (Tipo A)” porta benefici ai cittadini che “con il semplice pagamento del dovuto e senza necessità di recarsi presso gli uffici regionali” eviteranno inutili “perdite di tempo”. Parole surreali che, potete giurarci, hanno già convinto i presidi sanitari e i Pronto soccorso abruzzesi ad organizzarsi in previsioni di un’eventuale impennata delle intossicazioni da funghi.

A ben vedere in altre regioni, come Toscana, Lazio e Trentino, questa attività di raccolta è disciplinata in modo assai più rigido tanto che chi vuole cimentarsi deve essere opportunamente formato. Qualcosa che, spiegano alcuni micologi abruzzesi e addetti ai lavori, non accade in Abruzzo ”dove la politica mal cela il vero intento: fare cassa”. Qualcosa che sembra trovare conferma anche dal colpo di genio, di novembre scorso, con cui la giunta Marsilio ha previsto una semplice autodichiarazione, spendibile fino al 31 dicembre, per avere il tesserino senza esami, corsi e aggiornamenti.