Altro che fretta, i partiti prendono tempo sulla legge elettorale. E solo Gentiloni chiede di fare presto

Avanti ad adagio. Perché se è vero che ci sono partiti che vogliono il voto, è altrettanto noto che c’è chi vuole allontanare una nuova legge elettorale.

Avanti ad adagio. Perché se è vero che ci sono partiti che vogliono il voto, è altrettanto noto che c’è chi vuole allontanare la prospettiva delle urne. Forza Italia è in testa al drappello dei frenatori. Perché Silvio Berlusconi in questo momento ha altre priorità politiche. “Quello che è certo è che la Consulta non si può  sostituire ad un Parlamento eletto per fare una legge elettorale”, ha dichiarato la deputata forzista, Stefania Prestigiacomo. “I tempi per una discussione ci sono tutti, anche perché andare alle urne oggi significa riproporre la medesima situazione di ingovernabilità degli ultimi anni. Il proporzionale è la strada da seguire”, ha aggiunto l’ex ministra. Anche l’esponente della minoranza del Pd, Gianni Cuperlo, ha invitato alla calma: “Serve una legge elettorale condivisa e capace di combinare rappresentanza, governo e un nuovo legame tra territori ed eletti”.

Un attendismo che attraversa i partiti di centro. “L’iniziativa tocca al Parlamento con l’obiettivo trovare un’ampia convergenza tra le forze politiche senza veti né forzature”, ha affermato il vicesegretario vicario dell’Udc Antonio De Poli. Seppure con un atteggiamento tattico, il premier, Paolo Gentiloni, è tra i pochi a parlare di un’accelerazione: “Il Governo deve dire che ci occupiamo dei problemi che riguardano il Paese e guardiamo con rispetto alle scelte che farà il Parlamento con la necessaria sollecitudine per quanto riguarda le leggi elettorali. Perché questo è giusto che si faccia per il buon funzionamento del sistema democratico”.