Altro che mafie, a Roma il vero problema

dalla Redazione

I blitz delle ultime settimane contro camorra e ‘ndrangheta non devono trarre in inganno. Sono operazioni tutto sommato di routine nella lotta alla criminalità romana. Che non è affatto concentrata su una possibile attacco massiccio delle mafie quanto piuttosto contro ambiente e pubblica amministrazione. “A differenza di Palermo e Reggio Calabria – ha spiegato il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, durante l’audizione in commissione Antimafia – la mafia non è la sola emergenza di Roma e non è neanche la principale. Gli uffici giudiziari romani hanno una serie di problematiche che vanno dai reati contro la pubblica amministrazione a quelli tributari, economici, problemi ambientali, problemi di ordine pubblico e di criminalità eversiva. Molte di queste si possono poi intrecciare con problematiche di criminalità organizzata”.

“A Roma – ha proseguito Pignatone – non ci sarebbero presenze tali da articolo 416 bis del codice penale ma “soltanto”, e lo dico fra virgolette, significativi imponenti investimenti di capitale quanto meno di origine dubbia se non illecita. Abbiamo avviato una ristrutturazione della Dda e un’azione complessiva di indagine per verificare se e in che termini vi è una presenza mafiosa a Roma e se e come è possibile aggredire i patrimoni mafiosi con le misure di prevenzione, strumento questo che negli ultimi anni non e’ stato molto utilizzato nella capitale”. “Prima del mio arrivo a Roma – ha detto Pignatone – i sequestri dei beni mafiosi come misure di prevenzione erano quasi zero. Soltanto tre sequestri negli anni passati, e si è arrivati a 56”.