Altro che superamento della Fornero. Criteri più severi per andare in pensione

Fare cassa sugli ultimi. Il governo persevera sulle pensioni introducendo criteri sempre più severi.

Altro che superamento della Fornero. Criteri più severi per andare in pensione

Il titolo di questa commedia dal sapore amaro potrebbe essere “In pensione le pensioni!”, sottotitolo: “Nuove fumose ipotesi di uscita anticipata”. Data della prima nazionale dello spettacolo il 31 dicembre, quando Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103 andranno in soffitta perché la Manovra non ne prevede la riconferma. E la campagna promozionale? Beh, un grande flop dato che il pubblico plaudente avrebbe accolto con somma gioia l’attesa messa in scena dell’abolizione della legge Fornero.

Fare cassa sugli ultimi. Il governo persevera sulle pensioni introducendo criteri sempre più severi

La spesa pubblica previdenziale è pari ben al 16% del Pil detenendo il primato dell’uscita più corposa per le casse dello Stato rispetto a qualsiasi altra voce. Ma quando si parla di diritti a valere dovrebbe essere la logica dell’equità e non quella della cassa, la tutela dei fragili non la dittatura dei conti. Certo è che la bravura di un governo sta proprio nel far quadrare il bilancio evitando di vessare i cittadini. Lo scorso anno il governo Meloni aveva pensato di offrirci un piccolo assaggio con l’inasprimento dei requisiti di Opzione Donna che di fatto l’hanno resa inutile per moltissime lavoratrici che su questa puntavano, affiancando la misura al bonus Maroni – quello si riconfermato – con una penalizzazione fondata sul passaggio dal retributivo al contributivo in una “Opzione generalizzata” non più limitata alle sole donne.

L’immagine che viene subito in mente è quello del Salvini all’opposizione con la sua t-shirt NO FORNERO (l’era delle felpe, e con questa tutti i suoi propositi, è finita quando si è accomodato sulle comode poltrone governative) che stride violentemente con un dato ulteriore. I contributi versati per accedere all’Ape sociale salgono per tutte le categorie svantaggiate (invalidi, caregiver e disoccupati) da 30 anni a ben 36. L’obiettivo governativo sembra quello di rendere il quadro poco attrattivo in termini di adesioni fingendo di fornire delle vie alternative che di fatto sono fortemente sconvenienti e allontanando la pensione, così da fare spending rewiew sulla pelle degli italiani.

Addio a Opzione donna. E salgono pure per i fragili gli anni di contributi per anticipare l’uscita dal lavoro

Anziché andare avanti a colpi di bonus e misure temporanee, anche per le pensioni sarebbe stato opportuno un intervento strutturale innanzitutto in difesa delle persone fragili con un rafforzamento dell’Ape Sociale per anticipare la pensione di chi è in difficoltà e non ha sufficienti contributi. Ma si ripete la parabola dell’abolizione del Reddito di cittadinanza che, anziché combattere la povertà, ha combattuto i poveri. Così pure per le pensioni, la colpa pare essere tutta dei pensionati. Se uscire prima dal lavoro, fragili o meno, colpa vostra. La storia si ripete e il Paese va a rotoli.