Altro che Sussidistan. La ricetta contro la crisi di Acerbo (Rc): “Fare il contrario di quello che chiede Confindustria”

La ricetta contro la crisi? “Il contrario di quello che chiede Confindustria”. Neanche il virus lo butta giù. Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista al quindicesimo giorno di degenza nel reparto Covid di Pescara, non le manda a dire al presidente degli industriali Carlo Bonomi.

Innanzitutto ci dica, come sta?
“Sono arrivato che stavo molto male. Ora mi stanno curando in maniera eccellente. Ho capito di avere il Covid quando mia moglie mi ha fatto odorare un foglio di scottex con un profumo molto forte ed io non sentivo nulla”.

Adesso che sta provando sulla sua pelle gli effetti del contagio, cosa pensa del nostro sistema sanitario?
“Rendo grazie ai partiti socialisti comunisti e alle lotte vere. Un tempo si ascoltava la gente e si facevano le riforme richieste dal popolo per il popolo. Io oggi usufruisco dei risultati di quelle conquiste. In barba a chi 30 anni fa diceva che dovevamo guardare all’America ed ispirarci a quel modello di sviluppo anche nella Sanità. Per fortuna non è andata così. Oggi qui abbiamo un grande problema. Gli infermieri e gli operatori sanitari che lavorano in questo reparto sono precari. Una vergogna! In Italia abbiamo circa un milione di dipendenti pubblici in meno rispetto agli altri Paesi europei. Dobbiamo assumere”.

Confindustria però dice: basta sussidi. L’Italia è il Sussidistan di cui parla Bonomi?
“Le imprese italiane sono super sussidiate. Ho un giudizio molto negativo nei confronti di Bonomi che è un imprenditore nel settore biomedicale. La stima nei suoi riguardi rasenta lo zero. In Europa i sussidi esistono da decenni. In Italia li abbiamo introdotti con un ritardo incredibile ed è anche difficile accedervi. Confindustria non li vuole per un solo vero motivo: perché è stato introdotto un sistema di bassi salari. La democrazia non l’hanno conquistata gli industriali, ma i contadini, gli operai. Ovviamente non si può generalizzare. Ma non possiamo nemmeno non considerare che sono 30 anni che l’Italia fa le riforme che chiede Confindustria ed il nostro Paese regredisce. Cosa fare? Il contrario di quello che chiede Confindustria”.