Amato alla Consulta. Il Paese dei grandi vecchi alla riscossa

di Angelo Perfetti

Alla fine uno strapuntino l’ha trovato. D’altronde con quella miseria di pensione a sei zeri che prende qualcosa bisognava pur trovargli. Qualcuno dirà: ma come, è tuttora presidente della Treccani e advisor della Deutche bank in Italia. Suvvia, basta con questa storia dei poteri forti, Amato è un pensionato italiano e come tale va aiutato. Il dottor Sottile nei mesi scorsi era già stato silurato due volte: bocciato sia per la presidenza del Consiglio sia per quella della Repubblica. La sua candidatura per il dicastero chiave, quello dell’Economia, era saltata pure quella. Per lui aveva spinto Giorgio Napolitano, dato che l’Arsenio Lupin dei conti correnti si sa che – da ex socialista – non è inviso a Silvio Berlusconi; l’uomo, però, è visto come il fumo negli occhi da Lega Nord, Sel e Movimento 5 Stelle. Bisognava dunque aspettare le larghe intese, far cuocere nel brodo dell’opposizione le tre forze politiche antagoniste, e agire. E così è stato.

La nota del Quirinale
Il comunicato del Colle è asciutto: Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato con decreto ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale il Professore Giuliano Amato, in sostituzione del Professor Franco Gallo, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 16 settembre. Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri onorevole Dottor Enrico Letta. Della nomina del nuovo Giudice Costituzionale il Capo dello Stato ha dato comunicazione al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente della Corte Costituzionale.

La rivolta dei grillini
“Mentre stavamo discutendo della nomina di Amato come Giudice della Consulta- ha denunciato Carlo Sibilia – sono stato inspiegabilmente interrotto, dalla presidente di turno Marina Sereni, perché stavo elencando il curriculum di Amato. Stavo dicendo che era l’ex cassiere di Craxi, del Psi, quello che ci ha traghettato in Maastricht con i relativi problemi, quello che ha fatto il prelievo forzoso sui conti correnti italiani e sono stato interrotto. Tutte cose arcinote ma che evidentemente sospendono la democrazia in questo paese se le dice all’interno dell’aula non sei più legittimato a farlo. Questo è molto pericoloso per le Istituzioni”. “E’ incredibile che oggi venga nominato Amato – ha continua il grillino – perché ci potrebbe essere il retro-pensiero che magari la legge Severino che potrebbe far decadere Berlusconi, andando in Corte Costituzionale, Amato potrebbe essere il giudice salvacondotto di Berlusconi. Noi volevamo spiegarlo in aula, ma la democrazia e’ sospesa in questo paese”. Ma Amato era uno dei candidati alla presidenza della repubblica, magari questo è un riconoscimento che ha voluto dare Napolitano, no? “Penso che ci sia poco da riconoscere ad uno che già prende una delle pensioni d’oro più famose d’Italia, quindi c’è ben poco da riconoscere. La storia è che si sta perpetrando un potere che ormai è finito, si sta cercando di proteggere gli amici. Spero che questo gioco sia finito e chiaro agli italiani”.

Le difese d’ufficio
“Ma come si permette di insultare Giuliano Amato un branco di cialtroni – ha detto dice Giuliano Cazzola, esponente di Scelta civica – ignoranti di storia patria, indeboliti dalle masturbazioni via web e divenuti parlamentari per una beffa del destino? Non è un caso che le medesime critiche vengano dagli ex e dai nuovi fascisti. Ma sanno – prosegue – almeno chi è e che cosa ha fatto Amato (peraltro pensionato d’oro né più né meno del loro beniamino Stefano Rodotà)? Il nuovo giudice costituzionale è prima di tutto un insigne giurista, un costituzionalista sui cui libri si sono misurati decine di migliaia di studenti. A lungo deputato, sottosegretario e ministro, da presidente del Consiglio, nel 1992, ha salvato l’Italia dalla bancarotta rompendo l’incantesimo per cui, fino ad allora, le resistenze conservatrici avevano reso impossibile avviare le grandi riforme sociali. La canea che accompagna questa nomina è’ disonesta e vergognosa. Ma lo è ancora di più il silenzio di chi avrebbe il dovere di difendere l’ottima scelta di Giorgio Napolitano”.
‘’Con Giuliano Amato – rincara la dose l’azzurra Mariastella Gelmini, vice capogruppo Pdl alla Camera dei Deputati – il presidente Napolitano ha indicato un esponente di quella cultura riformista che ha saputo combattere e battere i dogmatismi e i massimalismi della sinistra italiana molto prima della sua sconfitta storica con il crollo del comunismo. Capiamo quindi che questa nomina – aggiunge l’ex ministro – non piaccia ai dilettanti allo sbaraglio della politica ed ai nostalgici del giustizialismo, entrambi propugnatori di un’Italia divisa e governata non dalla politica ma da magistrati politicizzati’’.