“Non si uccide in nome di Dio, la libertà di espressione è un diritto e un dovere”, parole di Papa Francesco che dopo due giorni in Sri Lanka vola verso le Filippine. C’è un però. Perché parlando della strage di Charlie Hebdo Papa Francesco ha detto riflettendo sul tema su libertà di fede e libertà di espressione: “Andiamo a Parigi, parliamo chiaro, la libertà di espressione è un diritto e un dovere ma non si offende, non si giocattolizza la religione. La fede è una cosa seria, ma come ha detto papa Benedetto, una “mentalita’, una metafisica postpositivista considera le religioni come una sottocultura le tollera ma le prende in giro. Bene, la fede non si offende, ma se viene offesa non si deve reagire con “violenza.” Poi ha scherzato: “Se il dottor Gasbarri, mio caro amico, dice una parolaccia alla mia mamma, si aspetti un pugno”. Sulle minacce al Vaticano e alla sua persona che si sono amplificate negli ultimi giorni Bergoglio afferma: “ho paura per i fedeli. Ma sono state prese misure discrete e sicure, speriamo”. Il viaggio per le Filippini mira a dare sostegno ai poveri e in particolare quelli che hanno tanto sofferto per il tifone Yolanda, che nel 2013 ha fatto circa seimila vittime e un numero altissimo di sfollati.