Anche sulla sanità il governo pensa solo a fare campagna elettorale: arriva il blitz sulle liste d’attesa

Il governo prepara il blitz sulle liste d'attesa, rigorosamente entro le europee: anche sulla sanità si pensa solo alla campagna elettorale.

Anche sulla sanità il governo pensa solo a fare campagna elettorale: arriva il blitz sulle liste d’attesa

Il governo vuole intervenire per ridurre le liste d’attesa. E vuole farlo prima del voto di giugno delle europee, presentando un piano per la sanità entro le elezioni. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, spera di ottenere qualche voto in più, magari presentando il piano o il 29 maggio o il 3 giugno, secondo quanto anticipa il Sole 24 Ore. 

Al piano sta lavorando il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ma come sempre c’è il grosso problema delle coperture. Che, semplicemente, non ci sono. Il ministero dell’Economia ha già avvertito che i soldi per alcune misure non sono disponibili e si potrebbe rinviare una parte dell’intervento. Vediamo, quindi, quali misure potrebbero esserci e quali sono a rischio. 

Il piano del governo per ridurre le liste d’attesa: le misure

Il problema principale è che alcune delle misure pensate da Schillaci hanno dei costi che, oggi, il Mef fa fatica a sostenere. Per esempio è il caso della defiscalizzazione del lavoro extra del personale sanitario proprio per abbattere le liste d’attesa. Dubbi vengono sollevati anche sull’aumento dei tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dal privato accreditato, come nei casi di visite, esami e ricoveri. 

Ancora, si vorrebbe eliminare il tetto di spesa per l’assunzione di medici e infermieri, ma oggi il superamento sembra difficile, mentre potrebbe essere più facile rinviarlo alla manovra. 

Poi ci sono altre misure meno a rischio, in quanto non necessitano di costi elevati: è, per esempio, il caso dell’unificazione delle agende delle prenotazioni di pubblico e privato accreditato, che farebbe passare tutto tramite il Cup. Dovrebbe esserci anche il monitoraggio dei tempi da effettuare ospedale per ospedale, affidando il compito ad Agenas.

Possibili anche controlli più stringenti sulle ricette dei medici delle famiglie, considerando che si stima che oggi il 20% sia inappropriato, contribuendo così a prolungare le liste d’attesa. Si valuta, infine, anche un voucher per il cittadino che non trova posto al Cup: può usarlo per ottenere in privato la stessa visita pagando solo il ticket.