Ancora mistero sulla donna crocifissa

Si infittisce il mistero sul maniaco di Firenze.

Sono sei o sette i casi di prostitute seviziate sui quali sta indagando la Procura di Firenze nell’inchiesta sulla donna, una romena di 26 anni, trovata morta e legata, ieri, alla periferia della città. Fra i precedenti ce n’è uno avvenuto nel campo delle Bartoline, alle porte di Firenze: in quel luogo il 22 ottobre 1981 venne uccisa una delle otto coppiette vittime del mostro di Firenze. Sui casi su cui si stanno concentrando le attenzioni degli investigatori, stavano indagando le procure di Prato e Firenze, che adesso riuniranno i fascicoli. L’aggressione più vecchia risale al 2006. In quell’occasione ci fu anche un indagato che venne però poi prosciolto. Alle Bartoline, a Calenzano, venne invece seviziata con un manico di scopa una prostituta. In quello stesso posto il 22 ottobre del 1981 vennero uccisi Stefano Baldi e Susanna Cambi: quel duplice omicidio fa parte di quelli attribuiti al mostro di Firenze.

La donna uccisa ieri si prostituiva a Firenze in modo autonomo. La giovane, in Italia da alcuni anni, lavorava in strada senza far parte di un’organizzazione. Per questo motivo sarebbe difficile risalire al luogo dove è stata avvicinata dal suo cliente. Accertamenti sono in corso per ricostruire le ultime ore di vita della ragazza, in particolare per individuare le persone con cui è entrata in contatto nella giornata di domenica. Avrebbe avuto problemi di droga, ma non ha precedenti di polizia legati a questo tipo di reati. L’unico precedente, diversi anni fa, sarebbe relativo a una violazione delle norme sull’immigrazione.

”Ci sono alcuni fatti che presentano analogie con quello accaduto ieri, li stiamo ricostruendo e per farlo andremo indietro nel tempo di almeno dieci anni. Sentiremo anche le vittime”. Lo ha detto Lorenzo Bucossi, dirigente della Squadra Mobile di Firenze.

 

Per questo gli investigatori sono andati nell’ospedale di Careggi e hanno sentito alcuni dirigenti per informarsi sul tipo di nastr. Al momento il nastro è uno dei primi indizi disponibili su cui la polizia può lavorare, anche perché stato usato più volte per legare non solo questa prostituta, uccisa, ma anche altre donne nei casi analoghi finiti sotto indagine. Come si apprende da fonti sanitarie, il nastro è lo stesso di quello usato nei reparti tecnici e sanitari di Careggi dal 2006 – anno di quando entrò in produzione e ne venne assegnata la fornitura da una ditta toscana – fino a due mesi fa, quando, per ragioni di contenimento della spesa, è stato rimpiazzato da comune nastro da pacchi di colore marrone.

Invece, il nastro con cui l’ assassino ha immobilizzato la prostituta, è di colore bianco e reca la scritta – in verde – dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi, il più importante ospedale della Toscana e il terzo in Italia per dimensioni.