Ancora ritardi nelle consegne di vaccini. Johnson&Johnson potrebbe non assicurare le 55 milioni di dosi promesse all’Ue entro giugno

Ancora ritardi nelle consegne di vaccini. Johnson&Johnson potrebbe non assicurare le 55 milioni di dosi promesse all’Ue entro giugno

Johnson&Johnson ha comunicato all’Unione Europea che potrebbe non essere in grado di fornire, entro giugno, le 55 milioni di dosi del suo vaccino anti-Covid pattuite. Il farmaco, che va somministrato in una sola dose, dovrebbe essere approvato il prossimo 11 marzo dall’Ema. L’azienda si era impegnata a fornire all’Ue 200 milioni di dosi per il 2021.

I ritardi, secondo quanto hanno riferito fonti dell’Ue, sarebbero legati a problemi nel reperimento dei componenti necessari per produrre il farmaco. Le consegne del farmaco dovrebbe iniziare ad aprile. “Se un’azienda ha un problema non significa che l’intero programma è in pericolo” ha detto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton.

“Non sono preoccupato sul target che abbiamo per il secondo trimestre. Sappiamo – ha aggiunto il commissario Ue – che qualcuno farà meglio e qualcuno sarà in ritardo, ma mi impegnerò personalmente in modo ufficiale con Johnson&Johnson dopo l’approvazione dell’Ema. L’Ue ha molte vie a disposizione se qualcosa va male”.

“Intanto vediamo se la notizia è confermata o meno. E’ evidente – ha commentato a Sky TG24 il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini – che le case che producono i vaccini stanno incontrando gravi ostacoli proprio nel processo di produzione e, non essendoci delle scorte, ogni volta che c’è un problema, ad esempio su una linea produttiva, si interrompe direttamente la produzione, non si può sostituire con delle scorte”.

“Il presidente Draghi ha tenuto una posizione molto forte – ha detto ancora l’esponente dell’Esecutivo -, inizialmente criticata da qualche Paese, ma poi sostenuta pienamente dall’Unione Europea. Credo che anche in questo caso la Ue pretenderà non solo il rispetto dei contratti ma un impegno straordinario per accelerare al massimo la campagna di vaccinazione”.