Sulla sicurezza ci sarebbe qualcosa da ridire. Ma non abbastanza da scoraggiare Strada dei parchi, la concessionaria delle autostrade che collegano l’Abruzzo alla Capitale, che si prepara a tornare alla carica sull’aumento dei pedaggi. Nonostante il muro di 111 sindaci, tra Lazio e lo stesso Abruzzo, che invocano interventi proprio sulla sicurezza anche alla luce dei 155 interventi eseguiti dalla Polizia stradale negli ultimi 3 anni sulla A25, per investimenti di animali selvatici.
CAMEL TROPHY. Cinghiali, lupi, cervi e perfino orsi – l’ultimo travolto proprio ieri – che arrivano dal loro habitat naturale, i quattro parchi regionali, e sbucano improvvisamente sulla carreggiata tentando periodicamente di attraversarla. “Dopo l’attraversamento di Amarena, otto mesi fa con il Pnalm, Strada dei parchi annunciava un piano di rinnovo ed innalzamento delle barriere per almeno 83 chilometri, in tempi brevi”, ha ricordato Stefano Orlandini, dell’associazione Salviamo l’orso, sottolineando, però, che la concessionaria non ha ancora provveduto.
Sulla stessa autostrada, peraltro tra le più costose, è stato investito solo l’altro ieri un cervo in un’area che non rientra in quella da recintare in base all’intervento inserito e finanziato nel Pnrr. Eppure l’arteria è gestita da un privato che dell’aumento dei pedaggi, a prescindere, sembra fare bandiera. Reti che non risolvono il problema, anzi lo complicano se manca la permeabilità, conosciuta nei Paesi civilizzati grazie ad una cosa chiamata ‘wildlife bridge’. Sanno bene di che si tratta in Olanda: ponti per favorire l’attraversamento delle autostrade agli animali selvatici senza rischi. Per loro e, soprattutto, per gli automobilisti.
La mancata approvazione del Piano economico finanziario dal 2012 fa leva per annunciare nuovi salassi delle tariffe autostradali. Pagare di più per rischiare molto di più. Tra gli incidenti recenti: il 10 settembre per l’attraversamento di cervi, un automobilista ha rimediato 10 giorni di prognosi e l’auto distrutta. Il 19 ottobre, è morto investito un giovane esemplare di orso bruno marsicano, uno degli ultimi della specie a rischio estinzione. Insomma, un vero e proprio bollettino di guerra.
Tra le altre specie vittime dell’A25 non mancano, tra il 2019 e il 2021, lupi (4 morti investiti negli ultimi 2 anni) e volpi (33 investite e morte dal 2019 al 2021). Per gli istrici è una mattanza: 51 morti investiti in 3 anni. I dati, tratti dai report della Polstrada di Pratola Peligna che interviene sull’A25, rende l’idea.
Nel 2019 sono stati 52 gli investimenti da fauna selvatica soprattutto sul tratto aquilano: 21 istrici, 15 volpi, 8 cervi, 4 caprioli e 3 cinghiali. Con 68 animali investiti e morti, è strage di istrici anche nel 2020 con 31 carcasse recuperate dai poliziotti, altre 13 di volpi, 9 di cervi, 7 di caprioli, 5 tassi, 2 cinghiali e un lupo. Quest’anno sono state recuperate 34 carcasse, sempre sulla A25, di queste 8 sono di istrici, 7 caprioli, 7 cervi, 5 volpi, 3 lupi, 2 tassi, 1 cinghiale e un orso.