Appalti cuciti su misura per la gestione dei rifiuti tra Arezzo, Siena e Grosseto. Arrestato il direttore dell’Ato Toscana Sud

A vincere doveva essere la Siena Ambiente. Era questo il sistema costruito in Toscana per la gestione completa del ciclo di rifiuti

Appalti cuciti su misura per la Siena Ambiente. Era questo il sistema che era stato costruito in Toscana per la gestione completa del ciclo di rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto. Al centro degli affari un appalto ventennale per un totale di ben 3,5 miliardi di euro. L’inchiesta della procura di Firenze e della Guardia di finanza, però, ha portato all’arresto il direttore dell’Ato Toscana sud, Andrea Corti, e all’interdizione di tre professionisti. Secondo quanto accertato dalle indagini il bando era strutturato per favorire un raggruppamento di imprese capeggiato da Siena Ambiente. Quella che viene ipotizzata è una commistione tra controllori e controllati; i dettagli per arrivare alla procedura dell’assegnazione degli appalti sarebbe stata studiata a tavolino, nonostante le incompatibilità tra i soggetti interessati. Erano previste una serie di clausole decisamente vessatorie per fare in modo che venissero escluse dalla scelta determinate società potenzialmente concorrenti rispetto a quelle designate alla vittoria.

LA LUNGA INDAGINE – Tornando all’anno 2013 la Guardia di finanza ha fatto notare come un appalto vebbe effettivamente aggiudicato a Siena Ambiente con un consorzio di 6 imprese. Da quanto emerge il direttore generale dell’Ato Toscana sud avrebbe ottenuto guadagni illeciti per oltre 380mila euro, tramite compensi che figuravano come consulenze, prestazioni d’opera professionale o altri costi tipo rimborsi spese. Indagini che sono partite da segnalazioni anonime, ma molto dettagliate che hanno permesso di mettere in luce il sistema che vigeva tra Arezzo, Siena e Grosseto.