Un Manifesto per la sovranità e i diritti dei popoli come strumento per fermare la guerra. Insomma, un vero e proprio manifesto contro la guerra. A illustrare il progetto lo storico Franco Cardini, l’analista Stefano Orsi, il biologo Enzo Pennetta e il filosofo Andrea Zhok tutti d’accordo nel ribadire il no alla guerra lanciando un appello a tutti i fronti politici e culturali. Presenti anche Gianni Alemanno e Massimo Arlecchino, segretario e presidente del Movimento Indipendenza e Marco Rizzo e Francesco Toscano di Coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare che hanno sostenuto il manifesto.
Due schieramenti politici agli antipodi che si trovano insieme: “Quando si tratta di argomenti importanti come la pace non guardiamo le tessere perché ci sono temi che vanno oltre l’appartenenza politica”.
Il manifesto contro la guerra
Per Cardini “stare contro la guerra è una tradizione di tutti i popoli civili e il genere umano. Le guerre sono comunque sempre accadute e si sono verificate perché erano un modo per poter ottenere la pace. Oggi non è più così, il discorso è cambiato. La guerra è diventata tecnicamente impossibile: si rischia l’estinzione del genere umano. Si parla di forza atomica tattica, però questo significa intraprendere una china molto ripida che porta sicuramente, se verrà intrapresa, all’estinzione o alla distruzione del genere umano”.
Alemanno sottolinea come “oggi uomini di cultura e uomini politici provenienti dalle più diverse estrazioni ideologiche lanciano un appello per la pace e un atto di accusa all’Europa prigioniera un’Euro-casta e immobile di fronte alle guerre. I leader politici italiani, invece di litigare sull’ultimo arresto di giornata, dovrebbero confrontarsi su come far assumere al nostro Paese un ruolo decisivo per ottenere un cessate il fuoco in queste ore drammatiche in Palestina e su come rispondere positivamente al segnale lanciato da Putin sulla disponibilità al dialogo con l’Occidente”.
Alemanno prosegue: “Chiediamo che il Governo italiano costringa gli altri leader europei a fermare Netanyahu utilizzando lo strumento delle sanzioni e dell’embargo sulle forniture di armi e a premere sul Presidente americano Biden per fare una proposta di cessate il fuoco anche in Ucraina. Ma per mettere in moto questi meccanismi bisogna che ogni forza politica e sociale contraria alla guerra, da destra a sinistra, dagli studenti che occupano le università fino agli imprenditori in crisi per la recessione indotta dalle guerre, esca dalla propria nicchia ideologica per creare un grande movimento popolare per la Pace”. Al termine della conferenza è stata avviata una raccolta di firme “per dare voce a tutti coloro che non condividono i contenuti e le modalità con cui si sta sviluppando questa campagna elettorale europea”.