La Sveglia

Arriva la mozione sul termovalorizzatore di Roma

Non chiamatelo trabocchetto. Il tema del termovalorizzatore (a Roma come dappertutto) è un tema politico.

Arriva la mozione sul termovalorizzatore di Roma

Non chiamatelo trabocchetto. Il tema del termovalorizzatore (a Roma come dappertutto) è un tema politico. “L’innovazione tecnologica galoppa, e molte soluzioni che potevano forse risultare convenienti 20 anni fa, oggi sono obsolete. La fake più fake di tutte è che sarà un impianto a emissioni zero”. A scriverlo era Annalisa Corrado, ingegnera meccanica con dottorato in energetica ed esperta nel settore della transizione ecologica e attivista per la giustizia climatica, che ora è la responsabile all’ambiente della segreteria del Partito democratico nominata dalla segretaria Elly Schlein.

Non chiamatelo trabocchetto. Il tema del termovalorizzatore (a Roma come dappertutto) è un tema politico

L’articolo cofirmato da Corrado per il quotidiano Domani lasciava pochi dubbi fin dal titolo: “Roma, tutte le fake news del sindaco Gualtieri sull’inceneritore”. Scriveva così Annalisa Corrado riferendosi al sindaco di Roma (Pd) Roberto Gualtieri: “Lei sostiene infine, signor Sindaco, che all’inceneritore non ci sono alternative. Non è vero neanche questo: le alternative al mega inceneritore ci sono eccome. Disposti a discuterne pubblicamente quando vuole. Ma intanto ci accontenteremmo se dal confronto sulla sua proposta si togliessero di mezzo le succitate fake news. P.s. Se si chiede perché ci ostiniamo a chiamare l’impianto che lei propone ‘inceneritore’e non ‘termovalorizzatore’, la risposta è banale: ci sentiamo europei e traduciamo ‘incinerator’ in nessun documento europeo che tratta il tema ‘waste to energy’ si trova una versione inglese di questo neologismo solo italiano”.

Credere che le mozioni presentate da M5S e Alleanza Verdi-Sinistra (che verranno votate alla Camera domani) e che la manifestazione del prossimo 19 aprile (a cui parteciperà anche il Movimento 5 Stelle, leggi pezzo qui sotto) siano solo una strategie per imbarazzare il dem sarebbe una lettura egocentrica e fallace. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni sono contro l’uso dei termovalorizzatori fin dalla stesura del loro programma elettorale e il Movimento 5 Stelle in una nota spiega le sue ragioni politiche: “È passato un anno – scrivono i pentastellati – dall’annuncio del sindaco di voler realizzare l’inceneritore: ora come allora, saremo in piazza per chiedere un passo indietro rispetto a questo impianto dannoso e retrogrado, e un passo avanti nella direzione di una gestione davvero virtuosa del ciclo di rifiuti.

Dopo un anno il progetto è ancora poco chiaro, al punto che sembra sollevare dubbi anche nel nuovo presidente del Lazio e ancor di più nella nuova segretaria del partito di Gualtieri”. Dal Partito democratico per ora non arriva nessuna risposta netta. A domanda sul punto, il responsabile “coesione territoriale, sud e aree interne” della nuova segreteria del dem, Marco Sarracino, ha detto testualmente a Repubblica: “Le barricate su temi complessi non sono proprio il codice del nuovo Pd.

Affronteremo il tema con apertura e responsabilità”. E il neopresidente del partito, Stefano Bonaccini, ha sottolineato che “sarebbe un errore clamoroso non sostenere il sindaco di Roma sul termovalorizzatore”. Dall’altra parte, Sandro Ruotolo, componente della neo-segreteria, nei giorni scorsi ha proposto un referendum sull’argomento (idea poi etichettata come ‘opinione personale’ da parte del Nazareno). Il deputato del Pd Roberto Morassut, già sottosegretario all’Ambiente nel governo Conte I, spiega che ci sono “idee diverse nel centrosinistra, ma un impianto di valorizzazione energetica è necessario a Roma per chiudere il ciclo dei rifiuti”.

La confusione è evidente, tanto che Flavia De Gregorio di Azione, capogruppo della lista Civica Calenda in Campidoglio, parla di “melina di Schlein” e immagina Roma che “rischia di essere irreparabilmente invasa dall’immondizia”.

In gioco c’è molto di più dell’inceneritore di Gualtieri. I voti di Elly Schlein per la segreteria non sono tutti voti del Partito democratico. In parte sono voti di chi con Schlein spera in un’evoluzione del partito, un cambiamento che è stato promesso dalla mozione Schlein su questione spinose come le politiche ambientali. Ora è il momento di mostrare la reale capacità di modificare le posizioni del Pd. È finito il tempo delle promesse e delle speranze.

Schlein dovrà avere la capacità di scrollarsi di dosso il marchio di “giovanilismo” affibbiatole dai suoi avversari (esterni e interni) e dimostrare una reale capacità di portare il Partito democratico sulle sue posizioni. Sono quasi due mesi che la neosegretaria del Pd è stata eletta e dopo le trattative – tutte interne – per comporre la segreteria questo è il primo vero snodo di carattere politico. La segreteria del partito era convocata per venerdì, anche per trovare una linea condivisa su questa questione. Venerdì però potrebbe essere già troppo tardi.

Se Schlein ha davvero la guida del partito senza nessun debito aperto con le minoranze interne il voto sull’inceneritore romano è l’occasione per dimostrarlo. Se è vero che il Partito democratico è un partito dalle molte anime per sua natura è altresì vero che la neosegretaria ha vinto sull’onda di un progetto che prevede un partito capace di essere “netto” sulle questioni. Provare ad accontentare tutti finirà per rendere tutti scontenti. Scegliere è il succo della politica. Il PD, quindi, cosa sceglie?