Arriva la strizzata agli enti locali

Di Lapo Mazzei

Ma i soldi, perché il nodo è sempre quello, ci sono o no? “Lo Sblocca Italia non è la legge di stabilità e non sostituisce la legge di stabilità”, dice il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, “ci saranno le coperture per quei provvedimenti che fanno parte dello Sblocca Italia e confermo che ci saranno le coperture per i provvedimenti contenuti in quel decreto”. D’accordo, l’ottimismo non manca, ma le cifre quali sono? Perché dopo la doccia scozzese degli 80 euro occorre avere dei numeri, veri, reali, per poter ragionare.

Grandi opere e cantieri
Al netto del dibattito politico, infatti, il decreto Sblocca Italia prevede non solo grandi opere e piccoli cantieri diffusi sul territorio, ma anche burocrazia, banda larga, difesa del made in Italy, sforbiciata alle partecipate degli enti locali e spinta alla dismissione degli immobili pubblici, rilancio degli investimenti, spinta all’edilizia, tra i settori più provati dalla crisi. Con il varo dello Sblocca Italia il governo punta a far ripartire i lavori già finanziati (fino a 43 miliardi ha sempre detto il premier Matteo Renzi) ma anche a recuperare risorse, non più di 3-4 miliardi per ora, da investire per dare impulso a un’economia ferma da troppo tempo. Cifre e indicazioni confermate, in parte dal ministro Lupi: “Per i provvedimenti contenuti nello Sblocca Italia le coperture ci saranno”, spiega l’esponente del Nuovo centrodestra, a Palazzo Chigi continuano le riunioni per la definizione degli ultimi elementi del decreto”. E a chi gli chiede l’entità delle coperture, se di 1 o 3 miliardi, Lupi si congeda con una battuta: “Forse anche di più!”. D’altro canto nelle linee guida del decreto erano indicate 14 grandi opere e altre 12 da sbloccare anche con nuove risorse (dalla statale Telesina alla nuova Tirrenica). Alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania sono in cima alla lista delle opere da velocizzare (con l’Ad di Fs, Elia, commissario), così come i collegamenti con gli aeroporti o le nuove linee della metro da Roma e Napoli. Ci dovrebbero essere poi 3,8 miliardi da qui al 2018 (1,2 dal fondo revoche e 2,5 dal fondo sviluppo e coesione) per nuovi interventi appaltabili subito e cantierabili entro il 2015.

Le priorità dei sindaci
Asili nido, manutenzione di strade e ferrovie e nuove misure per le concessioni autostradali, anche per contenere le tariffe. Per centrare gli obiettivi il governo è intenzionato ad anticipare alcune misure di spending review per le società degli enti locali, con incentivi all’accorpamento e alla quotazione per chi fornisce servizi di trasporto pubblico locale e rifiuti. Possibilità, poi, di usare gli incassi in deroga dal Patto di stabilità interno. Altro netto è il ministro dell’Economia. Nel decreto Sblocca-Italia, oggi all’esame del Consiglio dei ministri, “ci sono coperture là dove servono e ci sono molte regole che sbloccheranno investimenti pubblici e privati”, dice Pier Carlo Padoan, in un’intervista al Tg2 di ieri sera, “ci saranno più investimenti, più crescita e quindi più lavoro e quindi le famiglie ne beneficeranno”, ha aggiunto Padoan, sottolineando, a proposito dell’attuale congiuntura economica, che “nel lungo periodo le cose miglioreranno ma anche nell’immediato il governo sta prendendo misure per affrontare la situazione con il decreto e poi nella legge di stabilità, che sarà discussa tra qualche settimana, dove saranno confermati i tagli fiscali per famiglie e imprese”. A proposito della spending review, Padoan ha assicurato che “metteremo in discussione abitudini e prassi di spesa che sono ritenute acquisite ma che vanno messe in discussione per migliorare l’efficienza dei servizi pubblici”. E siccome il governo ha bisogno di ritrovare consenso per ottenere fiducia, il ministro Poletti ha chiarito che il Jobs Act del governo Renzi non si arenerà in “una scazzottata sull’articolo 18”, e non si toccheranno le pensioni.