Arriva l’ennesima pezza di Stato al debito della Roma di Veltroni

di Stefano Sansonetti

Ancora un intervento dello stato per cercare di ripianare i debiti colossali lasciati in eredità dalla Roma di Walter Veltroni e delle gestioni precedenti. Questa volta a scendere in campo è la Cassa depositi e prestiti, la società controllata all’80% dal Tesoro, che ha appena vinto un bando di gara per la concessione di un finanziamento complessivo di 547 milioni di euro. La procedura è stata portata avanti dalla gestione commissariale del debito pregresso della Capitale, che è cosa assolutamente diversa dall’attuale bilancio comunale. Questa cifra, che verrà messa a disposizione dalla Cdp nei prossimi giorni, servirà al Commissario per pagare i debiti nei confronti del comune e per proseguire l’attuazione del piano di rientro. Debiti che lo stesso commissario aveva maturato nei confronti del comune per pagare comunque altri debiti. Il tutto in una spirale mangiasoldi i cui effetti si scaricano ancora adesso sulle tasche dei cittadini. Alla fine della fiera, comunque, il comune incasserà questi soldi.

Il debito attuale
Al 31 dicembre del 2012 il debito lordo del comune di Roma risulta di 16,8 miliardi di euro, di cui 4 miliardi e 432 milioni di oneri non finanziari e 12 miliardi e 370 milioni di debiti finanziari. Il debito lordo lasciato da Veltroni, così come cifrato nel 2010, era di 22,4 miliardi. L’accordo che è stato raggiunto proprio nei giorni scorsi con la Cassa depositi non riguarda, quindi, la gestione del nuovo sindaco Ignazio Marino. Si tratta di un’operazione finanziaria relativa all’eredità debitoria che venne lasciata nel 2008. Anno in cui Walter Veltroni lasciò lo scettro a Gianni Alemanno. L’appalto è stato assegnato alla Cassa depositi dal Commissario straordinario al debito capitolino, Massimo Varazzani (che peraltro della Cassa è stato in passato amministratore delegato). Dai documenti di gara emerge che la società del Tesoro, presieduta da Franco Bassanini, è risultata l’unica a presentare un’offerta.

Lo schema
Ma da chi verrà rimborsato questo finanziamento da 547 milioni? Semplice, la cifra sarà restituita “mediante utilizzo di contributi pluriennali a carico dello Stato di importo complessivo pari a 1 miliardo e 87 milioni di euro”. Cifra spalmata su 30 anni, per un totale di circa 37 milioni l’anno. I contributi in questione sono stati determinati in passato in base al decreto legge 78/2010 e al decreto legge 95/2012. Certo è che il debito di Roma continua a pesare molto sulle tasche dei cittadini. Per evitare che il comune andasse in default, infatti, anni fa si è concordato di versare alla capitale 500 milioni di euro l’anno. Di questi, 300 milioni sono a carico dell’erario, 200 sono a carico di Roma Capitale che però li recupera con l’aumento delle addizionali comunali Irpef e dell’addizionale sui diritti d’imbarco per i passeggeri degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Rebus sic stantibus, viene da chiedersi quando si riuscirà a sanare definitivamente la situazione, visto il peso che in un modo o nell’altro alla fine ricade sui contribuenti. L’obiettivo è quello di arrivare entro il 2016 al pagamento definitivo dei debiti non finanziari, come detto 4,4 miliardi di euro. L’esito ultimo, ma la data in realtà non è molto indicativa, è il 2048, anno in cui l’“impresa titanica” dovrebbe concludersi. Ma quando si parla di oneri finanziari, ovvero gli interessi, è chiaro che se si estinguono prima i prestiti sottostanti il piano complessivo di rientro può essere anticipato. Di sicuro per i contribuenti è e sarà un salasso
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