Arriva lo schiaffo ai sindacalisti

Dalla Redazione

Permessi e distacchi sindacali dimezzati. Prende corpo il piano Madia contro i privilegi sindacali. E si punta a fare in fretta con i sindacalisti “distaccati” (cioè quelli che momentaneamente hanno lasciato il proprio posto di lavoro)che, entro il prossimo 31 agosto, dovranno comunicare se restano a fare i sindacalisti o tornano alle proprie mansioni originarie.
La circolare del ministro della Pubblica amministrazione è “è finalizzata alla razionalizzazione ed alla riduzione della spesa pubblica”. Salve le rappresentanze sindacli unitarie a cui non si applica il taglio. “Limitatamente ai distacchi”, viene spiegato, “la decurtazione del 50 per cento non trova comunque applicazione qualora l’associazione sindacale sia titolare di un solo distacco”. La riduzione del 50 per cento delle prerogative sindacali nella Pubblica amministrazione non “si applica alle Forze di Polizia ad ordinamento civile e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”.

Si tratta di un dimezzamento che andrà a colpire più di mille persone. Il distacco viene riconosciuto al dipendente che potrà svolgere, a tempo pieno o parziale, l’attività sindacale, con conseguente sospensione di quella lavorativa. Nella circolare viene spiegato che “il dipendente o dirigente che riprende servizio al termine del distacco o dell’aspettativa sindacale può, a domanda, essere trasferito, con precedenza rispetto agli altri richiedenti, in altra sede della propria amministrazione quando dimostri di aver svolto attività sindacale e di aver avuto il domicilio nell’ultimo anno nella sede richiesta ovvero in altra amministrazione anche di diverso comparto della stessa sede”. Il lavoratore viene, infine, ricollocato nel sistema classificatorio del personale vigente presso l’amministrazione, ovvero nella qualifica dirigenziale di provenienza, fatte salve le anzianità maturate, e conserva, ove più favorevole, il trattamento economico in godimento all’atto del trasferimento mediante attribuzione ‘ad personam’ della differenza con il trattamento economico previsto per la qualifica del nuovo ruolo di appartenenza, fino al riassorbimento a seguito dei futuri miglioramenti economici”.

“Un risultato epocale. Qui ammetto che Renzi è stato bravo”, commenta il senatore di Forza Italia, Francesco Giro, “Mi auguro che finisca anche lo scandalo degli ex ( o pseudo ex) sindacalisti piazzati ai vertici delle aziende municipalizzate, dello stato e parastato, dove si fanno pensioni d’oro. Non tutti la pensano allo stesso modo e piovono anche critiche su quelli che tagli non sarebbero. “Non conosciamo i veri motivi del taglio dei distacchi e dei permessi sindacali nella P.A.”, commneta Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil, “questa scelta non c’entra nulla con la spending review. Da tale operazione, infatti, non scaturirà alcun risparmio per lo Stato; anzi, il rientro dei distaccati comporterà un aumento dei costi per le casse pubbliche, perché occorrerà pagare a questi dipendenti anche il salario accessorio, i buoni pasto e la produttività”. Stando invece ai dati del ministero, distacchi e permessi costano alle casse pubbliche 230 milioni di euro l’anno, che con il cambio di passo si ridurranno a 115.