Assalto a Capitol Hill, Trump incriminato ma vola nei sondaggi

Malgrado la sconfitta, Donald Trump “era determinato a restare al potere” e per farlo era disposto a raccontare fake news a destra e manca.

Assalto a Capitol Hill, Trump incriminato ma vola nei sondaggi

Malgrado la sconfitta alle elezioni, Donald Trump “era determinato a restare al potere” e per farlo era disposto perfino a raccontare fake news a destra e manca. Questa l’accusa principale, contenuta nel fascicolo di 45 pagine, per la quale ieri notte il tycoon è stato incriminato in relazione all’assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2021 e per la quale dovrà presentarsi in tribunale già questo pomeriggio. Come scrivono gli inquirenti americani, il presidente uscente “per più di due mesi dopo le elezioni del 3 novembre 2020 ha diffuso bugie” sul fatto che il risultato del voto era frutto di frode e che lui “aveva vinto” ma si trattava di “affermazioni false, che sapeva essere false” e che ha “ripetuto e disseminato” per farle apparire “legittime e creare un’atmosfera di sfiducia e rabbia”.

Malgrado la sconfitta, Donald Trump “era determinato a restare al potere” e per farlo era disposto a raccontare fake news a destra e manca

L’inchiesta, un inedito nella storia americana e che potrebbe costare a Trump una lunghissima condanna – fino a 55 anni di reclusione -, è condotta dal procuratore speciale Jack Smith che nel documento avanza pesanti accuse. All’ex presidente, già ricandidato e che per un paradosso della Costituzione americana potrà concorrere anche se incriminato, vengono contestate la “cospirazione per frodare gli Stati Uniti”, “l’ostruzione di giustizia”, la “cospirazione per ostacolare un procedimento” – ossia il suo tentativo di impedire che il Congresso dichiarasse valide le elezioni riconoscendo Joe Biden presidente – e la “cospirazione contro i diritti”. Tuttavia questa incriminazione non è la prima ma addirittura la terza e, come se non bastasse, a breve potrebbe aggiungersi anche una quarta, formulata questa volta ad Atlanta in Georgia, ossia lo Stato dove Trump tentò ancora di influenzare le elezioni chiedendo, nel corso di una telefonata col locale segretario di stato Brad Raffensperger di trovargli “gli 11 mila voti mancanti”.

L’ex presidente americano si definisce vittima di un complotto per impedirgli la rielezione

Davanti ad accuse tanto gravi, il tycoon – in testa ai sondaggi per le primarie repubblicane dove stacca di 37 punti percentuali il suo sfidante ossia il governatore della Florida, Ron De Santis – torna a dipingersi come la vittima della cosiddetta ‘giustizia ad orologeria’. “Perché non hanno portato questo caso ridicolo due anni e mezzo fa? Volevano farlo in mezzo alle elezioni, ecco il perché”, ha scritto Trump sul suo social network ‘Truth’. Lo stesso poco dopo ha rincarato la dose affermando che “nel 2024 vinceremo la Casa Bianca e renderemo l’America ancora grande. Non ho dubbi su questo. Mi attaccano da sinistra e da destra, i marxisti, i comunisti e i fascisti, ma noi non solo sopravviveremo, saremo più forti che mai. Abbiamo vinto nel 2016, abbiamo avuto un’elezione truccata nel 2020 e vinceremo” nel 2024.

Gli fa eco il portavoce dell’ex presidente, Steven Cheung, che lancia pesanti accuse all’attuale amministrazione Biden di voler interferire con le elezioni del 2024. Ma l’attacco più duro lo lancia sempre Trump che, con un altro post sui social, sostiene che contro di lui è in atto una “persecuzione da Germania nazista ed ex Unione Sovietica”. Insomma il tycoon non si ferma e davanti all’ennesima indagine, dopo quella per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels al fine di tenere la bocca chiusa e le carte contenenti segreti di Stato che aveva portato nella sua casa a Mar-a-Lago, tenta ancora una volta di cavalcare i procedimenti penali nei suoi confronti per generare consenso dipingendosi come vittima di una macchinazione giudiziaria per impedirgli la rielezione. Atteggiamento che, a quanto pare, sta portando frutti visto che da quando sono iniziate le incriminazioni, il suo gradimento è salito alle stelle.

L’e-mail ai suoi sostenitori: “Potrei affrontare un totale di 561 anni di prigione”

Trump ha comunicato ai suoi sostenitori in un’e-mail di raccolta fondi che potrebbe rischiare fino a 561 anni di carcere. “Con il corrotto Doj del Disonesto Joe (Biden, ndr.) che ha ancora una volta illegalmente incriminato il sottoscritto, le notizie indicano che ora potrei affrontare un totale di 561 anni di prigione a causa della caccia alle streghe della sinistra”, scrive l’ex presidente Usa nell’e-mail pubblicata da The Hill.