Assalto alle toghe anti-Silvio. Ma con un occhio ai Cda

di Oscar Valori

Michele Perini, suo malgrado, e’ l’uomo del momento. Il consigliere di amministrazione di Mediaset, è assurto in questi giorni agli “onori” della cronaca per alcune dichiarazioni poco democratiche nei confronti dei giudici della Cassazione che si sono espressi nel processo Berlusconi. Due i “post” incriminati su facebook: il primo rivolto al giudice Fabio De Pasquale, con un “augurio” di “un brutto vivere, soffrire”. Il secondo, il più pesante, destinato ai giudici della Cassazione, un richiamo a vicende bibliche ma ben poco evangelico: ”Facciamo come in Egitto, segniamo le case dei giudici – ha commentato sul social Michele Perini – ché tutti sappiano come vivono”. Immediato il putiferio, soprattutto perchè Perini rappresenta interessi molteplici. Sì perché il nostro protagonista è un vero collezionista di poltrone. Incarichi importanti, tra cui quello di Presidente di Fiera Milano SpA. L’elenco è lunghissimo, e sono pochi i settori a non essere “toccati”.

Classe 1952 e laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi, Perini è oggi innanzitutto  Presidente di SAGSA Spa, l’impresa di famiglia leader nel  settore dei mobili per ufficio. Solo un primissimo trampolino di lancio per l’uomo, che siede da Presidente Onorario al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e da membro del “board” dell’ISPI (istituto per gli studi di politica internazionale). Finanza ed economia la fanno da padroni, con la Presidenza della merchant bank Pentar S.p.A (specializzata nello sviluppo alle imprese) e il ruolo in Giunta di Assolombarda (di cui è stato Presidente dal 2001 al 2005). Ancora altre poltrone in Siam 1838, la storica società di incoraggiamento d’arti e mestieri milanese e in Asam (associazione per gli studi aziendali e manageriali dell’Università Cattolica). In passato Perini aveva ricoperto ruoli nei board di Finlombarda, all’Istituto per il Commercio estero e ancora in Bocconi e al Sole 24 Ore. Da ultimo il piccolo “mistero” della poltrona nel direttivo di Telefono Azzurro, dichiarata dallo stesso Perini ma assente dal sito istituzionale dell’ente. “A volte le emozioni e le tensioni superano l’intento, se ho offeso qualcuno mi scuso”, si è giustificato rispetto ai post lo stesso Perini. E forse in ballo, ben più dell’onore, c’erano allora le comode e strategiche poltrone.