Asse tra Meloni e Schlein. E sul Milleproroghe spunta l’ombra dell’inciucio

Gli emendamenti del Pd al decretone passano con l'aiuto della maggioranza. Tutti bocciati quelli del M5S.

Asse tra Meloni e Schlein. E sul Milleproroghe spunta l’ombra dell’inciucio

Stai a vedere che la telefonata tra Elly Schlein e Giorgia Meloni non è servita soltanto a sbloccare la mozione farsa del Pd che chiedeva l’impegno al governo italiano ad intraprendere iniziative diplomatiche volte ad arrivare a un “cessate il fuoco umanitario” invece che la cessazione, senza sé e senza ma, delle ostilità. L’accordo tra le due leader che ha permesso l’approvazione della mozione, un atto che – è bene ricordarlo – non è vincolante per l’esecutivo, da un lato è indubbiamente servito a calmare le acque all’interno dei dem dove la posizione sul conflitto è tutt’altro che univoca mentre dall’altro ha evitato imbarazzi alla maggioranza che non ha approvato un testo che ne smentisse mesi di retorica bellicista.

Si spacciano per grandi avversarie, ma tra Meloni e Schlein c’è aria di inciucio. Dopo le telefonate su Gaza si sbloccano pure gli emendamenti dem al Milleproroghe

Insomma all’apparenza è un patto che è servito a salvare la faccia ad entrambe e forse è così anche se quanto accaduto nelle ultime 24 ore fa sorgere il sospetto di un possibile inciucio. A lasciarlo pensare è la pioggia di emendamenti del Partito democratico al decreto Milleproroghe che sembravano destinati ad arenarsi ma che, in modo davvero inatteso, sono stati approvati grazie alla maggioranza. Certo può essere un caso ma sicuramente la tempistica appare quantomeno sospetta, esattamente come fa sorgere più di qualche dubbio il fatto che non ha avuto altrettanta fortuna il Movimento 5 Stelle che, al contrario, si è visto bocciare pressoché tutti gli emendamenti al decretone. Quel che è certo è che qualcosa, nei rapporti tra dem e maggioranza, sembra essersi smosso in modo repentino.

Gli emendamenti del Pd al decretone passano con l’aiuto della maggioranza. Tutti bocciati quelli del M5S

Ed è oltremodo curioso che proprio il Pd che per mesi ha accusato – in modo fin qui indimostrato e forse addirittura indimostrabile – i pentastellati e il suo leader Giuseppe Conte di aver stretto un patto sotto banco sulla Rai con la premier, oggi si ritrovi a doversi difendere da un sospetto analogo che, però, sembra avere più di qualche indizio. Dall’approvazione degli emendamenti sull’agricoltura che i dem hanno salutato esultando “abbiamo fatto fare dietrofront al Governo”, a quello che proroga il sostegno ai lavoratori portuali in caso di minore giornate di lavoro e fino a quelli in materia di professione forense che prorogano il regime transitorio per l’esame di abilitazione alla professione forense e anche quello per l’iscrizione nell’albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori. Tutte misure che sembravano destinate ad essere bocciate ma che, invece, sono state approvate proprio grazie all’appoggio di Meloni&Co. F.P.