L’assistente favoriva i mafiosi. Ma la deputata Occhionero resiste. Pressioni in Parlamento per farla dimettere. E appelli anche a Renzi per una onorevole espulsione

Dimissioni. A pochi giorni dall’arresto di Antonello Nicosia, collaboratore della parlamentare Giuseppina Occhionero, passata da Leu a Italia Viva, Fratelli d’Italia chiede alla deputata di fare un passo indietro. E se l’onorevole non volesse mollare la poltrona, sempre FdI chiede a Matteo Renzi di espellerla dal partito. L’assistente è accusato di essere entrato nelle carceri insieme alla parlamentare solo per portare poi all’esterno i pizzini dei mafiosi, favorendo il clan di Matteo Messina Denaro, e i colloqui intercettati tra Nicosia e la stessa Occhionero hanno portato Andrea Delmastro Delle Vedove a chiedere alla stessa deputata di dimettersi.

NIENTE SCONTI. Delmastro Delle Vedove, esponente del partito di Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera ha chiesto che la “Occhionero rassegni le dimissioni o che Italia Viva la espella dal Gruppo parlamentare, perché la vicenda che la coinvolge assieme al suo assistente parlamentare Antonello Nicosia è gravissima”. L’onorevole di FdI ha ricordato che Nicosia “è stato arrestato per associazione mafiosa, perché secondo la Procura della Repubblica, accedendo negli istituti penitenziari aveva l’incarico di ricevere e smistare i pizzini per i mafiosi e per Messina Denaro. Lo stesso Nicosia era già stato arrestato e condannato per droga a dieci anni e recentemente è andato alla Leopolda”.

Un attacco dunque allo stesso Matteo Renzi, che ha spalancato le porte di Italia Viva alla ex parlamentare di Liberi e uguali. “Sappiamo dai giornali – ha aggiunto Delmastro Delle Vedove – che le interlocuzioni che lui aveva, anche con il deputato Occhionero, erano gravissime: usava un linguaggio criptico, allusivo, una grammatica mafiosa che fa schifo. Perché Occhionero non lo ha licenziato? Perché Occhionero accettava questa grammatica mafiosa? Di fronte a questa gravissima vicenda, Fratelli d’Italia chiede le sue immediate dimissioni e, qualora lei non si dimettesse, Italia Viva la espella immediatamente dal gruppo: nessuna contiguità, indifferenza che, come diceva Borsellino, diventa, in ultima istanza, complicità”. Aver specificato di non aver avuto la minima cognizione di quel che faceva il suo assistente non è servito alla Occhionero per mettersi al riparo da accuse nei suoi confronti.

SINISTRA ALLINEATA. Ma a chiedere la testa della parlamentare di Italia Viva non è solo il partito della Meloni. Sulla stessa linea anche la sinistra. I partiti e movimenti politici Viva, Laboratorio Progressista, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e Socialisti in Movimento hanno infatti chiesto ieri a loro volta le dimissioni della deputata molisana. “Sarà la magistratura ad accertare i fatti penalmente rilevanti – hanno specificato – ma sul piano politico-istituzionale ciò che è accaduto è semplicemente inaccettabile. L’Italia, a differenza di altri Paesi, non può permettersi di sottostimare, sminuire o non dare il giusto rilievo all’incidenza della criminalità organizzata sul territorio nazionale, né può trasmettere segnali di confusione”.