Atei in cattedra, vinto il ricorso sull’ora di religione. Chi non segue la lezione ha diritto di svolgere un’attività alternativa

Gli atei hanno sconfitto il Ministero dell’istruzione. Al momento dell’iscrizione a scuola d’ora in poi gli studenti che non intendono seguire le lezioni di religione cattolica avranno diritto a scegliere subito un’altra attività da svolgere, che dovrà immediatamente essere garantita loro dai vari istituti. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, l’Uaar, e annullato la circolare ministeriale che prevedeva per gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica di specificare le attività alternative da svolgere in un modulo consegnato loro all’inizio di ogni anno scolastico anziché al momento dell’iscrizione.

Una scelta fatta il 17 dicembre 2012 dal Ministero allora retto dal ministro Francesco Profumo (nella foto), con il Governo di Mario Monti, e mantenuta tale dai sei ministri che si sono poi succeduti. I giudici, annullando la circolare, hanno così specificato che il Ministero ha l’obbligo di conformarsi a quanto stabilito nella sentenza per gli anni scolastici a venire. L’Uaar, che tutela gli interessi dei non credenti, ha sostenuto che con la disposizione ministeriale le singole scuole si trovavano a dover organizzare le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica quando l’anno scolastico e la didattica erano già iniziati, “con inevitabili ritardi nel relativo avvio e con frequentissimi inadempimenti nell’obbligo di predisporle per carenza di personale”. Un altro problema da risolvere per la ministra Lucia Azzolina.