Attacchi a Tridico privi di senso. Il premier chiude il caso. Inadeguato dare 60mila euro al presidente Inps. Che pure dopo l’aumento a 150mila è tra i meno pagati

Alla fine è dovuto intervenire il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Tridico prendeva emolumenti molto inferiori rispetto al suo predecessore – Tito Boeri – e quindi è stato necessario adeguarli, ma posso dire che se guardate le tabelle comparative, risultano in linea o inferiori a quelli dei vertici di istituti paragonabili. Il vero tema è che ci sono cittadini italiani che ancora aspettano la Cassa integrazione”. Poi il premier ha elogiato tutti quegli imprenditori che hanno responsabilmente anticipato la Cig ai loro dipendenti. E così è stato chiuso definitivamente questo tormentone di inizio autunno.

Pasquale Tridico, al vertice dell’Inps vedrà aumentare il suo stipendio annuo loro da 63mila a 150mila euro come del resto aveva fissato il decreto del capo di Gabinetto dell’allora ministro competente Luigi Di Maio. Anche, Franco Bettoni, presidente dell’Inail vedrà aumentare a 150mila euro il suo emolumento. Il punto è che in Italia si vuole sempre cercare di montare lo scandalo a tutti i costi anche quando sarebbe bastato dare un’occhiata a quanto prendono altri vertici dell’amministrazione statale, come, del resto, La Notizia ha fatto notare già all’inizio della sterile polemica. Ad esempio, il presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo percepisce 240mila euro lordi all’anno e, obiettivamente, il carico lavorativo dell’Inps è stimato certamente superiore.

Tuttavia, giustamente, Conte ha anche fatto notare come ora occorra che tutti, compreso lui, si mettano a lavorare “giorno e notte” per fare arrivare la Cassa integrazione a quei lavoratori che ancora non l’hanno avuta soprattutto in una situazione economico-lavorativa provata dalla pandemia, “perché si tratta di lavoratori con famiglie”. Per la serie, ora stipendio adeguato ma occorre risolvere da subito i problemi. Il che è un discorso sicuramente di buon senso e pienamente condivisibile crediamo da tutti. C’è anche un’altra riflessione da fare sui cosiddetti “giornaloni”, ma anche alcuni “giornalini” di supporto, che si sono buttati a pesce sulla vicenda.

Ma è possibile che il capo di uno dei più grandi enti pensionistici d’Europa prenda uno stipendio di 60mila euro lordi all’anno? Si era mai sentita una cosa del genere? È vero che siamo entrati da qualche anno in un mondo alla rovescia dove i valori si sono improvvisamente invertiti ma il buon senso, o almeno una parte di esso, dovrebbe rimanere. Come si fa ad innestare uno scandalo su queste cifre? Anzi, nel caso lo scandalo dovrebbe essere esattamente al contrario e cioè essere dovuto alla disparità di trattamento tra i vertici delle istituzioni statali che, come abbiamo scritto ieri, viaggiano su cifre da capogiro negli oscuri e polverosi uffici ministeriali. Ed invitiamo il presidente del Consiglio a fare luce su questo, proprio a ragione di quel buon senso di cui si è persa da tempo traccia.

E desta meraviglia che Matteo Renzi abbia subito alzato corrucciato il sopracciglio chiedendo spiegazioni visto che il precedente presidente dell’Inps, Boeri, da lui messo ai vertici dell’Istituto, prendeva molto di più di Tridico. Queste cose vanno dette e fatte notare perché è facile depistare e alludere sperando che l’opinione pubblica e i media non ricordino, ma si tratta di un passato troppo recente per dimenticare. Maurizio Gasparri, tuttavia, non demorde e poiché forse non ha capito bene la spiegazione di Conte ieri ha replicato ulteriormente e quindi ha misteriosamente reiterato la questione tirando dentro anche il vice Morrone i cui emolumenti – una volta cessate le funzioni – potrebbero essere finiti, sempre a suo dire, all’insaziabile Tridico.