Attacco al Reddito di cittadinanza. L’ultima di destre e Renzi per fare esplodere il disagio nel Paese. Draghi fa muro con M5S e Pd. La misura è salva ma la guerra ai poveri continua

Ci hanno provato ma anche questa volta è andata male. Centrodestra e renziani uniti contro il Reddito di cittadinanza.

Attacco al Reddito di cittadinanza. L’ultima di destre e Renzi per fare esplodere il disagio nel Paese. Draghi fa muro con M5S e Pd. La misura è salva ma la guerra ai poveri continua

Ci hanno provato ma anche questa volta è andata male. Centrodestra e renziani uniti contro il Reddito di cittadinanza. Il M5S, spalleggiato dal Pd, pronto a difendere con le unghie e con i denti la sua misura bandiera. Un assalto che fa specie soprattutto se contestualizzato in un periodo come quello attuale segnato da un’alta conflittualità sociale.

Forza Italia, Lega e Italia viva hanno tentato il blitz nel corso del Consiglio dei ministri di ieri per evitare che il Reddito di cittadinanza venisse rifinanziato. Ma non l’hanno spuntata. Nel comunicato diffuso al termine del Cdm, che ha varato il decreto fiscale, si legge che “a fronte dell’andamento delle richieste, sono stanziati, per il 2021, 200 milioni di euro per il Reddito di cittadinanza”.

Ma si è trattato di un primo round dello scontro in seno alla maggioranza perché il confronto sulla misura è stato rinviato dal premier in sede di discussione della manovra. Che approderà all’inizio della prossima settimana a Palazzo Chigi. In quell’occasione si deciderà se e come correggere la misura e come finanziarla per i prossimi anni, con Mario Draghi che, pur puntando a rafforzare le politiche attive, ha detto chiaramente che il Reddito va migliorato non certo abolito (leggi l’articolo).

Nel corso della riunione di ieri a capitanare il fronte di chi si opponeva al rifinanziamento del cavallo di battaglia del M5S c’era il ministro leghista Giancarlo Giorgetti che, con la sponda della renziana Elena Bonetti e dell’azzurro Renato Brunetta, ha sostenuto che il costo della misura è troppo elevato a fronte di risultati modesti sul fronte dell’occupazione. E al termine del Cdm fonti della Lega denunciano che “hanno rifinanziato il Reddito di cittadinanza levando risorse al reddito di emergenza (90 milioni), all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 milioni), accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 milioni) e ai congedi parentali (30 milioni)”.

Giorgetti si è opposto con durezza: “Beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile”. Il ministro pentastellato Stefano Patuanelli, spalleggiato dal collega dem Andrea Orlando, ha spiegato a Giorgetti che senza il Reddito di cittadinanza “la tensione sociale sarebbe esplosa, non sarebbe stata gestibile. Ma qui c’è chi fa finta – ha aggiunto – di non averlo capito”.

BATTAGLIA A SUON DI NOTE. Successivamente il M5S in una nota replica al comunicato del Carroccio: “Come ha spiegato il ministro dell’Economia Daniele Franco a Giorgetti, i fondi” per alcune misure utilizzati per rifinanziare il Reddito “erano stati sovrastimati e dunque lo spostamento non incide in alcun modo sul loro funzionamento. Siamo disposti a spiegarlo alla Lega con un disegno”. Non si arrende Matteo Salvini. Il leader della Lega aveva anticipato al mattino presto la battaglia che si sarebbe consumata nel corso del Cdm: “Non daremo l’ok al rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, si è rivelato un sostegno al lavoro nero”.

E al termine della riunione a Palazzo Chigi, anche se i suoi ministri-sicari non hanno centrato il bersaglio, non demorde: “Uno dei temi su cui dovremo intervenire l’anno prossimo è il Reddito di cittadinanza perché garantirlo a chi non può lavorare è sacrosanto – disabili, invalidi, persone in difficoltà – il problema è che gli abusi e i furti ormai sono quotidiani”. “Giù le mani dal Reddito di cittadinanza, strumento di civiltà”, dice Giuseppe Conte a Salvini, Meloni e a chi al governo la pensa come loro (leggi: Matteo Renzi). “Non permetteremo assalti”, conclude il leader del Movimento Cinque Stelle.