Una notte di paura e rabbia quella vissuta da Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, vittima di un attentato senza precedenti davanti alla sua abitazione a Pomezia. L’esplosione ha distrutto la sua auto e quella della figlia, lasciando il quartiere sotto shock.
La denuncia e le parole di Ranucci
“Sono in auto con la scorta dei Carabinieri e sto andando a denunciare quanto accaduto”, ha raccontato Ranucci all’ANSA. La figlia aveva parcheggiato l’auto venti minuti prima della deflagrazione, evitando conseguenze peggiori. “Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna capire la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice”, ha aggiunto.
Il giornalista ha sottolineato la gravità della situazione: “C’è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho sempre denunciato all’autorità giudiziaria”. Ranucci ha poi evidenziato come lo Stato e le istituzioni siano sempre state vicine in questi mesi.
Dettagli sull’ordigno
Le prime verifiche investigative hanno accertato che l’ordigno, del peso di circa un chilo, era posizionato tra due vasi esterni alla villetta e non era azionato a distanza né dotato di timer. La miccia presumibilmente accesa avrebbe potuto esplodere al passaggio di chiunque. Gli artificieri hanno confermato che si trattava di un ordigno pirotecnico rudimentale, sufficiente a provocare danni seri. I Carabinieri stanno acquisendo le immagini delle telecamere a circuito chiuso della zona per identificare l’autore del gesto.
Reazione delle istituzioni
A poche ore dall’attentato, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato misure straordinarie di protezione: “Piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il grave attentato. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione”.
Solidarietà politica
Francesco Storace, ex ministro e presidente della Regione Lazio, ha ritirato ogni querela contro Ranucci in segno di vicinanza: “Se un giornalista subisce un attentato, la solidarietà va manifestata soprattutto con un gesto: ritirando qualunque querela contro di lui. Con ciò che è accaduto siamo oltre ogni limite”.
Il Movimento 5 Stelle ha ribadito il sostegno a Ranucci e alla libertà di stampa. I deputati in Commissione Antimafia hanno chiesto di audire il giornalista con urgenza per fare luce sulle minacce e sul clima di intimidazione: “Quello che è accaduto è un fatto gravissimo, frutto di un clima d’odio alimentato nel tempo contro di lui e contro la trasmissione Report. Difendere Ranucci oggi significa difendere la verità, la libertà e la democrazia di tutti”, ha dichiarato Riccardo Ricciardi, capogruppo alla Camera.
Un salto di qualità preoccupante
Le parole del giornalista descrivono un quadro inquietante: ordigni piazzati davanti a casa, una lunga serie di minacce, dossieraggi e pedinamenti. Come evidenziato dai membri del M5S, “quando si delegittima chi fa inchiesta, si prepara il terreno a gesti come questo”.
La vicenda segna un salto di qualità preoccupante nella pressione sui giornalisti impegnati nelle inchieste sulla criminalità organizzata.
In attesa degli sviluppi investigativi, Ranucci ha formalizzato la denuncia, con l’obiettivo di far emergere le responsabilità e ottenere giustizia. L’episodio ha acceso un dibattito sul clima di intimidazione contro la stampa e sull’importanza di garantire sicurezza ai giornalisti impegnati nell’inchiesta e nell’informazione libera.