Audio di Di Maio sui Casamonica. Ultime balle contro il M5S a Roma. Il ministro bocciava la propaganda sugli sgomberi. Per i giornali ce l’ha con la Raggi, ma parlava di Salvini

Il ministro Luigi Di Maio bocciava la propaganda sugli sgomberi. Per i giornali ce l'ha con la sindaca Raggi, ma parlava di Salvini.

Audio di Di Maio sui Casamonica. Ultime balle contro il M5S a Roma. Il ministro bocciava la propaganda sugli sgomberi. Per i giornali ce l’ha con la Raggi, ma parlava di Salvini

Ci risiamo. In piena campagna elettorale i giornaloni si fiondano sull’ennesima bufala e pubblicano un audio di Monica Lozzi, ex Cinque Stelle con propensioni no Green Pass e Presidente del VII Municipio di Roma, in cui si sente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dire: “Grazie, grazie anche a te, perché stai facendo un grande lavoro pure te. Non so se ci sarà mai riconosciuto e soprattutto se a te sarà mai riconosciuto. Tu hai fatto una cosa storica, di cui altri si sono presi il merito purtroppo”.

Ascoltando il video ci si accorge che il conduttore della trasmissione trasforma “altri” pronunciato da Di Maio in “altre”, inducendo a credere che ci si riferisca alla Raggi. L’ex capo politico dei Cinque Stelle stava invece riferendosi alla demolizione delle ville del clan Casamonica al Quadraro (leggi l’articolo), demolizione rivendicata da sempre sia dalla sindaca Virginia Raggi che da Monica Lozzi. Quest’ultima, candidata a Sindaco per REvoluzione Civica, aveva presentato l’audio, probabilmente un vocale su WhatsApp, durante una trasmissione a pagamento su Radio Radio.

IL RISENTIMENTO. La Lozzi – che ha lasciato i Cinque Stelle nel luglio scorso – pare animata da un certo risentimento nei confronti della sua sindaca visto che afferma poi: “Me lo inviò Di Maio, per riconoscere i miei meriti. La Raggi dice che per questo motivo ha la scorta, invece ce l’aveva già da prima, dal 2016″. La Lozzi afferma che il merito degli abbattimenti è tutto del Municipio da lei guidato e che la Raggi sia venuta solo il giorno dell’abbattimento a prendersi meriti non suoi. L’ex Cinque Stelle ha anche dichiarato in trasmissione: “Riaffidare Roma nelle mani di chi mente spudoratamente è una cosa intollerabile”.

Ma le cose non starebbero affatto così. La replica dello staff di Di Maio, infatti, non si è fatta attendere: “Si precisa che nell’audio fatto ascoltare da Monica Lozzi in una trasmissione radio, e ripreso da alcuni organi di stampa, il ministro Di Maio faceva chiaro riferimento a Matteo Salvini. Dunque qualsiasi tipo di strumentalizzazione o di riferimento alla sindaca Raggi è falso e pretestuoso. Il ministro Di Maio ha sempre espresso il proprio supporto all’operato della sindaca. Il grande impegno di Raggi a favore della legalità è sotto gli occhi di tutti”. Eppure questa precisazione non è servita a nulla e – come detto – giornaloni ma anche agenzie non hanno esitato a titolare “Sgombero di Casamonica è merito di Monica Lozzi”, “Audio di Di Maio contro la Raggi” e anche Sedici secondi per “continuare l’operazione verità”.

Insomma un tiro al piccione indegno di un Paese civile. In ogni caso un punto à chiaro: ormai stiamo vivendo un tempo di barbarie giornalistica in cui si manipola la verità e l’informazione viene piegata agli interessi di parte, come del resto si è già visto con il caso Feltri e la richiesta di condanna della procura di Catania per il titolo “La patata bollente”, sempre riferito alla Raggi. Occorre che qualcuno ponga un argine al dilagare di questo vezzo che sta assumendo modalità pericolose per la democrazia. Un buon giornalismo verifica le fonti prima di dare una notizia.

Sarebbe bastato che qualcuno avesse chiamato Di Maio o il suo staff per chiarire ed invece si sono sparati titoloni su una fake news, visto che il ministro si stava riferendo a Salvini che per un certo periodo scorrazzò (inutilmente) a bordo di ruspe per l’agro romano. E se questo modo di fare è disdicevole in tempi normali diviene malandrinismo allo stato puro in tempi di elezioni in cui la gente ascolta e legge tutto, fermandosi il più delle volte a titoli falsi e fuorvianti.