Prezzi dell’energia fuori controllo. Il bazooka di Draghi è a salve. Il premier annuncia un intervento di “ampia portata”. Ma la nuova tranche di aiuti è di soli 5-7 miliardi

Il premier annuncia un intervento di "ampia portata" contro l'aumento delle bollette. Ma la nuova tranche di aiuti è di soli 5-7 miliardi.

Prezzi dell’energia fuori controllo. Il bazooka di Draghi è a salve. Il premier annuncia un intervento di “ampia portata”. Ma la nuova tranche di aiuti è di soli 5-7 miliardi

Il pressing di partiti, imprese, sindacati, consumatori è oramai quotidiano. L’aumento delle bollette di luce e gas sta strozzando famiglie e aziende. E non solo. Anche i Comuni fanno i conti, e sono allarmanti: l’Anci stima per le amministrazioni comunali un aggravio di almeno 550 milioni di euro che, senza interventi, costringerà a fare scelte sui servizi da tagliare ai cittadini. E per protesta molti Comuni oggi spegneranno le luci dei loro edifici più importanti.

Aumento bollette, Draghi ha annunciato un intervento di ampia portata che potrebbe non bastare

Dietro questo pressing il Governo non può più rimanere fermo e prova ad accelerare ma il rischio è sempre lo stesso con cui hanno dovuto fare i conti fino a oggi imprese e famiglie: che il nuovo intervento per calmierare i prezzi delle bollette si riveli insufficiente. Contro il caro energia “il Governo – ha detto il premier Mario Draghi – sta preparando un intervento di ampia portata” (leggi l’articolo). A tradurre “l’ampia portata” arriva in serata la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra. Sono in arrivo “tra 5 e 7 miliardi” per famiglie e imprese.

Al momento non è dunque previsto uno nuovo scostamento di bilancio. Come chiesto invece da quasi tutti i partiti – dal M5S alla Lega, da Forza Italia a Leu- e anche dai sindacati. Ma su questa ipotesi l’esecutivo non molla: per ora l’ipotesi di ricorrere a deficit supplementare resta fuori dal tavolo. A oggi il Governo ha stanziato 5,5 miliardi: 3,8 sono arrivati dalla legge di Bilancio e 1,7 dal decreto Sostegni ter. Ma questi interventi non sono riusciti finora a calmare le acque.

“Nonostante gli interventi straordinari del Governo”, nel primo trimestre 2022 si è registrato nei servizi di tutela, un aumento del costo per l’energia elettrica per la famiglia tipo pari a +55% per la bolletta dell’elettricità e a +41,8% per quella del gas rispetto al trimestre precedente. È quanto ha fatto sapere il presidente di Arera, Stefano Besseghini, in audizione alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori, sottolineando che questi incrementi risultano “ancora più significativi se valutati rispetto ai livelli del corrispondente trimestre dell’anno scorso”.

Il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, calcola che quest’anno l’industria pagherà una bolletta di 37 miliardi rispetto agli 8 del passato. Chiaro che di fronte a queste stime se anche la nuova tranche di aiuti dovesse raggiungere i 7 miliardi sarebbe una goccia in mezzo al mare. Non a caso il deputato di Leu, Stefano Fassina, mette in dubbio che l’intervento di “ampia portata” annunciato da Draghi sia anche adeguato alla gravità della situazione, in assenza di uno scostamento di bilancio.

E anche gli altri partiti rimangono in pressing. Giuseppe Conte chiede soluzioni “strutturali”, la Lega lamenta in un flash mob alla Camera anche le difficoltà di piscine e impianti sportivi ed esulta per l’annuncio di Draghi, mentre Enrico Letta insiste che bisogna fare presto per non azzoppare la ripresa, ed elenca tra le proposte del Pd anche quella di aumentare la produzione di gas nazionale, che pure è una delle opzioni sul tavolo.

Per le misure di medio periodo si guarderebbe anche alla revisione degli stoccaggi mentre non si esclude, tra gli interventi immediati, di prevedere aiuti anche per il trimestre in corso per le imprese energivore. Parte delle risorse necessarie a finanziare i nuovi interventi potrebbero essere gli 1,5 miliardi stimati dalla Ragioneria dello Stato dalla restituzione stabilita nel Sostegni ter dei cosiddetti extraprofitti delle rinnovabili. Ci sono poi i proventi delle aste CO2. E, soprattutto, il tesoretto costituito dalle entrate in più derivanti dalla maggior crescita del Pil nel 2021. Ma la ricerca dei fondi è ancora in corso.