Una ricostruzione errata. È quella fornita ieri durante il suo intervento in aula dal sindaco Beppe Sala sulla vicenda del Pirellino, l’ex palazzo del Comune acquistato da Coima di Manfredi Catella (e riprogettato da Stefano Boeri), al centro dell’indagine ai danni del sindaco.
L’autogol
Indagine a parte, su quel palazzo la giunta di Beppe Sala ha votato all’unanimità una variante che ha permesso a Coima di “dribblare” l’obbligo previsto dal Pgt di destinate il 40% delle abitazioni all’edilizia sociale, come svelato da La Notizia. E ieri, paradossalmente, il sindaco ha voluto citare proprio la storia Pirellino, per dimostrare “quanto il Comune si sia sbilanciato in favore dell’interesse pubblico, talmente tanto da incorrere in una condanna del Consiglio di Stato per avere sacrificato illegittimamente le aspettative del costruttore”. Un vero e proprio autogol.
La ricostruzione in aula
Sala in aula ha infatti ricostruito la vicenda, ricordando che mentre Pisapia aveva posto una base d’asta 106 milioni, lui era riuscito a spuntarne 193 milioni, grazie a “un’asta caldissima”. Al momento del rogito, nel 2019 – ricostruisce ancora Sala – c’era la possibilità di costruire tutto a residenza libera, ma l’anno dopo il Comune ha modificato il Pgt portando “almeno al 40% l’edilizia residenziale sociale”. Da qui il ricorso al Tar del costruttore (che asseriva di ricadere nelle vecchie regole) a cui il tribunale dà torto ed un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, che ha ribaltato il giudizio, ha spiegato Sala, “per non aver corrisposto alle legittime aspettative” del costruttore. Questa la ricostruzione del Sindaco.
L’errore sulla sentenza del Consiglio di Stato
Che però è errata. Innanzitutto il nuovo Pgt viene approvato nel 2019 (14 ottobre), cioè nello stesso anno della cessione del Pirellino a Coima e non l’anno dopo. Ma, soprattutto, la sentenza del Consiglio di Stato non obbligava affatto il Comune a eliminare l’obbligo delle case di edilizia sociale dal progetto: ma dice chiaramente che il Comune è libero di inserire il Pirellino negli edifici per i quali valgono le nuove regole, a patto che motivi tale scelta.
Si legge nella sentenza: si stabilisce “l’obbligo del Comune di riponderare la scelta pianificatoria relativa al compendio immobiliare oggetto del presente giudizio, con piena ed impregiudicata discrezionalità da parte dell’amministrazione, ma con congrua esternazione delle ragioni giustificatrici della decisione che si adotterà, specie qualora si decida di escludere nuovamente il compendio immobiliare dalla tavola R.02 e di imporre pertanto una disciplina urbanistica deteriore rispetto a quella del Pgt del 2012”.
Tradotto: per i giudici Palazzo Marino è liberissimo di decidere di applicare il Pgt del 2019 (sfavorevole a Catella-Boeri e favorevole), basta che motivi tale decisione e le case per i poveri si sarebbero fatte.
Sala e Tancredi (e tutti gli assessori) però hanno interpretato quella sentenza in un modo del tutto diverso: favorevole al costruttore e sfavorevole alla costruzione delle case Ers. Forse Sala se l’è dimentica, oppure non ha capito la sua delibera. Sta di fatto che quella raccontata in aula sul Pirellino non è la vera storia.