Azzollini salvo tra gli applausi. E con lui si salva il Governo. No del Senato all’arresto dell’esponente Ncd. Dietrofront del Pd per blindare la maggioranza

Applausi, baci e abbracci come se avesse vinto un premio. È un’immagine emblematica quella del senatore Ncd Antonio Azzollini subito dopo il voto segreto di Palazzo Madama che lo salva dal carcere. A sottrarlo alla richiesta d’arresto della Procura di Trani per il fallimento milionario delle case di cura della Divina Provvidenza di Bisceglie sono 189 voti, mentre 96 lo avrebbero fatto finire in cella e in 17 si sono astenuti. Dunque, la decisione del Pd di lasciare libertà di coscienza, ha stravolto il voto dello stesso Partito democratico nella Giunta per le immunità, togliendo di fatto una potenziale pericolosissima grana al Governo. Su Azzollini aveva fatto quadrato tutto il suo partito, e la decisione dell’alleato Pd di farlo arrestare avrebbe certamente incrinato la tenuta della maggioranza. Con l’aria che tira e i numeri sempre più traballanti proprio in Senato, il caso avrebbe potuto aprire un varco futuro allo stillicidio dei franchi tiratori.

CRITICHE DURISSIME
Meglio evitare problemi, dunque, e così la ricostruzione di Azzollini su una presunta persecuzione dei magistrati nei suoi confronti diventa convincente. Un fatto decisamente strano, come hanno fatto notare con forza Il Movimento Cinque Stelle e la Lega. La Giunta per le immunità aveva infatti letto le stesse carte, e in quella sede lo stesso Pd non aveva potuto che votare a favore dell’arresto. “Come è possibile che una maggioranza del genere ha deciso a voto segreto di non aiutare la magistratura? Siete la stessa schifezza che eravate due anni fa”, ha detto nell’aula la senatrice M5S Maria Edera Spadoni, mentre su Twitter Alessandro Di Battista ha scritto: “Il pdnetwork, quello di MafiaCapitale salva il senatore Azzollini di Ncd dall’arresto. Questo è Renzi, rottamatore di legalità. Vergogna!”. Durissimo anche Beppe Grillo: “La legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd”. Imbarazzo della vice segretario del Pd Debora Serracchiani: “Dovremmo chiedere scusa”.

TRE ANNI DI INDAGINI
Su Facebook Matteo Salvini dà una lettura più politica: “Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga”. Azzollini era stato coinvolto nel fallimento delle case di cura, incastrato anche da alcune intercettazioni telefoniche in cui dava disposizioni in termini non ortodossi alle dirigenti dell’Ordine religioso che gestivano la struttura. Intercettazioni raccolte in tre anni di indagini sulla bancarotta fraudolenta della casa di cura per malati psichici, accertando lo spreco di denaro pubblico, assunzioni clientelari, bilanci falsificati, stipendi e consulenze d’oro. Un buco da 500 milioni di euro, 350 dei quali nei confronti dello Stato. I giudici del Riesame di Bari avevano rigettato solo pochi giorni fa la richiesta per Azzollini di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.