Azzoppato il Pnrr di Giorgetti. Bocciata la nomina del dirigente Vellucci. La Corte dei Conti decapita l’unità di missione

L'unità di missione istituita al Mise per l’attuazione del Pnrr non ha più il capo indicato dal ministro a inizio gennaio scorso.

Azzoppato il Pnrr di Giorgetti. Bocciata la nomina del dirigente Vellucci. La Corte dei Conti decapita l’unità di missione

Un Recovery plan acefalo al ministero dello Sviluppo economico di Giancarlo Giorgetti. Al momento non c’è un dirigente che possa dettare la linea, anche se da via Veneto garantiscono che non ci sono rallentamenti sul cronoprogramma previsto per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Resta il fatto che da ormai due settimane, esattamente dall’11 marzo, l’unità di missione istituita per l’attuazione del Pnrr non ha più il capo indicato dal ministro a inizio gennaio scorso.

La nomina di Simone Vellucci, ex braccio destro di Carlo Calenda e già vice capo gabinetto di Giorgetti, è stata infatti stoppata dalla Corte dei Conti che ha esaminato la documentazione inviata dal Mise per compiere le valutazioni del caso, come avviene solitamente. E ha deciso che non c’erano i presupposti per dare il semaforo verde all’incarico.

La conseguenza è stata che l’unità di missione ha perso l’uomo chiamato, almeno inizialmente, a comandarla. Dal Mise confermano che al momento il ruolo è vacante. “Ma – spiegano a La Notizia – a breve, anzi brevissimo si provvederà ad assegnare l’interim per dare continuità alla struttura”. I tempi, tuttavia, non sono specificati: si potrebbe trattare di giorni come di settimane. In ogni caso, da quanto si apprende “bisogna comunque completare dei passaggi per arrivare alla conclusione dell’iter”.

L’obiettivo, non dichiarato comunque palese, è quello di evitare di commettere gli stessi errori che hanno determinato la bocciatura da parte della magistratura contabile. La nomina di Vellucci al vertice dell’unità di missione non era passata inosservata fin dal primo momento, sollevando qualche perplessità all’interno del Mise. Eppure il 32enne dirigente era abituato a muoversi a proprio agio nella stanza dei bottoni. Per tre anni è stato funzionario dell’area relazioni istituzionali di Confindustria, dopo ha avuto un breve passaggio come consulente della società di lobbying FB&Associati.

Ma l’esperienza più importante, per sua ammissione, è stata al fianco di Calenda all’Europarlamento. “È stato uno dei periodi più formativi e appassionati della mia vita. Scuola dura all’insegna di genchi genbutsu, ovvero analizzare i processi al grado più infinitesimale di scomposizione”, rivendicava Vellucci su Twitter, facendo esplicitamente il tifo per la sua candidatura al Campidoglio: “Sarà un ottimo Sindaco”, sosteneva nel giugno 2021.

Calenda non è diventato primo cittadino della Capitale, ma Vellucci ha fatto molta strada. Soprattutto con il balzo al Mise, nel luglio 2020, come vice capo di gabinetto, preludio alla successiva promozione a numero uno della macchina chiamata a realizzare, concretamente, il Pnrr. Un sogno che si è infranto contro le valutazioni della magistratura contabile.

Ma quali sono le conseguenze di questa battuta d’arresto? Dal Mise garantiscono che non ci sono problemi, la pubblicazione dei bandi andrà avanti anche senza una guida ufficiale. Anzi Giorgetti, nel corso di un’audizione alle commissioni competenti per materia di Camera e Senato, ha garantito che il ministero sta andando avanti a tutta velocità. “Se consideriamo gli interventi attivati nel 2021 e quelli a cui daremo attuazione entro il primo semestre di quest’anno il Mise avrà mobilitato a metà del 2022 una quota di risorse pari a 17,5 miliardi, corrispondenti al 98,2% dei fondi del Pnrr assegnati”, ha scandito il ministro. Ma era l’1 marzo, dieci giorni prima il colpo assestato all’unità di missione.